Ljubljana, la porta dell’est

Una città poco nominata, se non per essere la capitale dell’unico stato dell’ex Jugoslavia che non ha subito le atrocità della guerra, ma che a pochi chilometri dal confine italiano è senza dubbio una piacevole meta per un week-end o perché no, come nel mio caso, un Capodanno.

Veduta di Ljubljana, capitale della Slovenia

Ljubljana con la sua popolazione di poco inferiore a trecentomila abitanti è quella che io definirei una capitale di provincia. Adagiata sul fiume Ljubljanica, che scorre mansueto tra le rive di cemento, la città si gongola nelle sue facciate in stile barocco ed art nouveau. Ljubljana nella storia è da sempre stata crocevia e luogo di incontro delle culture slave, tedesche e latine; questo, oltre al fatto di trovarsi a pochi chilometri dal confine italiano, la rende una meta appetibile e di sicuro interesse.
Quando arriviamo in città è mezzogiorno e le strade sono appena state imbiancate da un sottile velo di neve. Osservo il termometro e per un istante stento a credere a ciò che vedo: 10° sottozero! L’inverno sloveno può essere decisamente freddo, ma è bene non perdersi d’animo perché passeggiare per il lungofiume imbiancato e addobbato per le feste natalizie può essere assolutamente piacevole nonostante il clima.

Ljubljana

Il castello che fu residenza dei Margravi, duchi di Carinzia, domina dall’alto il centro cittadino e raggiungerlo è una piacevole passeggiata lungo un sentiero imbiancato tra alberi spogli. Giù in fondo alla collina, tra i rumori attutiti della città, spiccano il Triplo ponte ed il Ponte dei draghi; quest’ultimo, considerato una della più belle opere art nouveau della città, è dedicato all’animale simbolo di Ljubljana. Ridiscendendo nella piazza dedicata al sommo poeta sloveno Prešeren, troviamo la chiesa francescana dell’annunciazione e passeggiando per i vicoli che vanno animandosi, a due passi dal municipio, fa bella mostra di sé la Fontana di Robba disegnata sul modello di Piazza Navona e decorata con un obelisco, ai piedi del quale cifre in marmo bianco simboleggiano i tre principali fiumi della Carniola. Sono le ultime ore di un anno vecchio che se ne va; la città, nonostante l’aria gelida, è in fermento e si presenta con un’atmosfera giovane e festosa, i bar sul lungofiume sono animati da ragazzi chiassosi e dalle bancarelle disseminate lungo le strade si spande il profumo caldo del vin brulé.

Ljubljana - veduta notturna

Aggirandomi tra le vie non posso che rimanere affascinato dall’atmosfera pacifica e per niente frenetica di questa capitale a misura d’uomo; sarà il freddo, ma l’impressione è che anche le normali attività siano in qualche modo congelate. Sensazione che viene però smentita dai numeri: ogni anno la città è teatro di almeno 10.000 eventi culturali e, oltre ai dieci festival internazionali di teatro, musica ed arte, vengono organizzati festival di musica classica e jazz. La città pur essendo di piccole dimensioni accoglie ben 15 musei, 41 gallerie d’arte, 11 teatri e 4 orchestre professionali. La filarmonica di

Ljubljana

Ljubljana, fondata nel 1701, ha accolto nel tempo musicisti come Joseph Haydn, Ludwig van Beethoven e Johannes Brahms, ma anche il violinista Niccolò Paganini.
Quando viene la sera il centro si illumina a festa ed è allora che, tra i negozi che chiudono i battenti e le bancarelle illuminate, il fiato si gela sulle labbra e le ombre dei passanti si fanno fantasmi silenziosi dai contorni incerti. Ljubljana è di certo la più europea delle città che hanno subito l’influenza dell’ex unione sovietica, ma se siete fortunati tra i sui stretti vicoli potrete ancora udire il suono di un musicante gitano e nelle vie rabbuiate dalla sera vi sembrerà di respirare già l’odore dell’Europa dell’est.

Daniele Pistoni

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