La grammatica, un osso duro per gli studenti italiani

I risultati delle prove Invalsi agli esami di licenza media mettono in chiaro le gravi lacune dei ragazzi in questa materia. I possibili rimedi a una situazione da risolvere.

Problemi con la grammatica italiana

Tra gli studenti italiani e la grammatica sembra proprio non esserci feeling. Non si tratta di una novità assoluta, ma l’introduzione delle prove Invalsi (Istituto nazionale di valutazione del sistema educativo, di istruzione e di formazione) nel programma di esame di licenza media a partire dall’anno scolastico 2008-2009 ha indubbiamente reso questo fenomeno molto più evidente, fornendo una lettura della situazione in termini quantitativi.
Dai risultati relativi alle prove che i ragazzi hanno sostenuto lo scorso mese di giugno è emerso un quadro decisamente poco consolante. Soltanto il 21,6% degli studenti ha infatti ottenuto un voto alto nella prova di lingua italiana mentre più di un terzo (il 36,7% per l’esattezza) ha riportato una votazione insufficiente.
Nonostante alcune piccole differenze territoriali, con i ragazzi del Nord che ottengono risultati mediamente superiori a quelli dei loro coetanei del Sud, e di genere, con le ragazze che ottengono circa due punti percentuali di vantaggio sul punteggio complessivo, la grammatica contende alla matematica il ben poco invidiabile primato di materia più ostica per gli studenti.
I problemi emersi sono veramente tanti e qui possiamo elencare i più comuni: scarsa comprensione del testo, grossolani errori ortografici, concordanze sbagliate tra soggetto e verbo e l’ormai  famigerata confusione tra condizionale e congiuntivo. Tutto questo senza contare problemi di portata più ampia, come la mancanza di un lessico ampio e adeguato e una crescente difficoltà nell’ideazione e nella stesura di un testo. In ambito accademico c’è già chi parla di declino della lingua scritta.
Ma il fatto più preoccupante è che bambini e ragazzi ottengono risultati scarsi già a partire dalle elementari. Questo si ripercuote in maniera negativa sul prosieguo del loro percorso scolastico e universitario.
Alla luce di una simile situazione è istintivo pensare di correre immediatamente ai ripari. Soluzioni di breve periodo sono naturalmente impensabili, ma è forse il caso di rivedere certi metodi di insegnamento. I metodi “enciclopedici”, applicati fino ad oggi, potrebbero essere abbandonati in favore di un sistema che leghi in maniera più stretta la teoria con la pratica, il tutto in un contesto che tenga conto anche delle nuove condizioni culturali in cui i ragazzi di oggi sono inseriti.
Su una cosa, insegnanti e accademici sono comunque d’accordo: la grammatica è fondamentale per esprimersi meglio, sia nella lingua parlata che scritta, e un lessico ricco è variegato è il miglior strumento per comprendere e descrivere le diverse sfaccettature del reale.

Andrea Tosini

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