L’ambra, custode fedele, svela i colori dei dinosauri dopo 70 milioni di anni

I ricercatori canadesi dell’Università di Alberta a Edmonton, coordinati dal professor Ryan Mckellar, grazie al potere conservante dell’ambra, hanno potuto esaminare per la prima volta, non solo la struttura delle piume di dinosauro, ma anche i colori.

La notizia sul ritrovamento dei colori e delle piume dei dinosauri all’interno dell’ambra, rivelata dalla rivista «Science», ha fatto il giro del mondo, suscitando interesse, non solo per il contenuto emerso, ma anche per il potere di conservazione del fossile ambra. L’ambra, conosciuta anche per la sua bellezza ornamentale, è un fossile antico emesso dalle conifere sotto forma di resina, successivamente fossilizzata in sagome diverse distinte (stecche, grumi o noduli), trasparente e dal colore che può variare dal giallo-rossiccio al Bruno e può contenere al suo interno insetti rimasti imprigionati al momento della sua formazione: nel caso in questione, avrebbe conservato per ben 70 milioni di anni sia le piume, che i colori dei dinosauri. La scoperta, in un sito del tardo Cretaceo (un periodo storico in cui un forte cambiamento climatico e strutturale del globo terrestre segnò la scomparsa di molti esseri viventi, fra i quali i dinosauri) si deve ai ricercatori canadesi dell’Università di Alberta a Edmonton, coordinati dal professor Ryan McKellar, che hanno potuto esaminare per la prima volta non solo la struttura, ma anche i colori dei dinosauri e dei primi uccelli di circa 70 milioni di anni fa.

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I fossili mostrano una grande varietà morfologica, da piume primitive a moderne, che hanno permesso agli scienziati di individuare quattro distinte tappe dell’evoluzione. La scoperta del colore e delle sue sfumature, arrivate a noi quasi impeccabili, soltanto  adesso però ha permesso agli scienziati  di comprendere la struttura di questi antichi organi e della loro evoluzione, dalla più semplice, che comprende proto-piume a filamento singolo, alle più specializzate, molto simili a quelle degli uccelli acquatici dei nostri giorni. Anche i colori dei dinosauri imprigionati nell’ambra suggeriscono che i primi piumati avessero una vasta gamma di sfumature, trasparenze, chiazze a diffusione molto simili a quelle degli uccelli moderni. Infatti, prima di questa scoperta, nel 1990 lo studio delle piume e dei colori dei dinosauri aveva fatto emergere l’idea che gli uccelli fossero un’evoluzione dei dinosauri, mentre oggi, grazie a questi ritrovamenti, si è potuto mettere in relazione che alcune specie di dinosauri, come ad esempio i dromeusauridi possono essersi evolute dagli uccelli primitivi, perdendo nel tempo la capacità di volare, ma conservando le piume. Anche se ad oggi risulta impossibile per gli scienziati determinare, tra le varie piume rinvenute, quali appartenessero ai dinosauri e quali agli uccelli, questa scoperta ha arricchito il mondo scientifico di molti spunti e suscitato nelle persone comuni grande curiosità riferita al potere conservante dell’ambra, custode per milioni di anni delle piume e dei colori dei dinosauri. Una ricchezza culturale che, riportandoci indietro di 70 milioni di anni, ci rende più vicino un mondo che stiamo solo ora cominciando a conoscere.

Tina Bruno

Foto: http://www.flickr.com/photos/gianfrancogoria/4432104636/ /

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