In Italia “tira una brutta aria”
Secondo una ricerca dell’Osservatorio Metanauto, in Italia le auto inquinanti, alimentate a benzina o diesel, la fanno da padrone su quelle ecologiche. La coscienza ambientale degli italiani deve fare i conti con politiche incerte, prezzi alti e una rete di distribuzione insufficiente.
Gli italiani mostrano poca simpatia per le “auto blu”, ma sembra che anche i veicoli “verdi” siano destinati ad avere poco successo nella nostra nazione. A confermarlo, i risultati di una ricerca effettuata dall’Osservatorio Metanauto i primi di settembre: delle 36.651.669 autovetture circolanti in Italia all’inizio del 2011, i modelli con alimentazione a benzina o gasolio costituiscono il 93,58% , quelle a metano sono l’1,80% del parco, quelle a gpl raggiungono il 4,62%, mentre le auto elettriche costituiscono una quota praticamente nulla, toccando un misero 0,003%.
Sempre la stessa ricerca evidenzia alcune differenze tra le regioni del Nord, Centro e Sud Italia: in Emilia-Romagna le auto a metano, gpl o elettriche sono circa il 15,28% di quelle circolanti (in testa la città di Ravenna con il 18,05% di auto ecologiche), in Basilicata i veicoli a basso impatto ambientale sono circa il 4% (in testa Potenza con il 4,41%), molto bassa invece la percentuale in una regione del Nord, il Friuli Venezia Giulia, dove circola il 2,36% di auto “verdi” (Pordenone la più ecologica con il 4.10%).
Il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Enrico Gelpi, intervenendo all’Università Bocconi di Milano, ha dichiarato che «Il mercato dell’auto elettrica si trova in impasse: da una parte ci sono le politiche industriali e istituzionali incerte, dall’altra gli automobilisti in attesa che il prezzo diventi abbordabile e le infrastrutture di ricarica si diffondano sul territorio».
Un tema come quello dell’inquinamento non si può però trascurare e per il bene comune è fondamentale ridurre lo smog nei centri abitati.
Per questo, sessantuno città italiane hanno aderito alla Settimana Europea della Mobilità Sostenibile, che si è svolta dal 16 al 22 settembre e che ha tentato di promuovere la “mobilità alternativa”: a piedi, in bicicletta, con i mezzi pubblici o privati ma condivisi (car-pooling e car-sharing).
Se nella scelta dei veicoli privati gli italiani mostrano di non essere ancora orientati al “verde”, si spera almeno che, in ambito urbano, vengano attuati i giusti comportamenti per diminuire l’impatto sull’ambiente e che, prima o poi, in Italia si riesca a “cambiare aria”.
Stefania Zabrak