Il piccolo gioiello di Ventaroli

Gli affreschi medioevali di un’antica basilica

Il frenetico mordi e fuggi del turismo attuale sembra non aver minimamente sfiorato il piccolo paese di Ventaroli, a pochi chilometri da Caserta, situato nel luogo dell’antico Forum Claudii di epoca romana. Qui, nascosta quasi gelosamente da folti alberi, si scorge la basilica di S.Maria, risalente al XII secolo.
L’edificio si presenta con la sua semplice facciata in tufo grigio con  quattro scarne lesene; l’interno, invece, è un tripudio di bellezza ed eleganza: è diviso in tre navate da quattordici antiche colonnine (forse appartenute ad un tempio preesistente dedicato all’imperatore Claudio) e culmina in tre absidi semicircolari.
L’occhio del visitatore corre subito, dopo una fugace perlustrazione dell’edificio,verso le absidi, sulle quali sonno rappresentate figure ieratiche avvolte in panneggi vivaci che, come le sirene dell’Odissea, attirano lo straniero.
Nel fregio superiore degli affreschi è presente la Vergine assisa su un trono con Gesù bambino sulle sue grembo. Accanto, due angeli  mostrano fieri la scena sacra mentre alle loro spalle un cielo celeste acceso incornicia la scena. Ai loro piedi si alternano santi che offrono doni al Cristo, mentre sullo sfondo un manto verde conferisce calore alle figure.
Più in basso si scorgono alcuni frammenti di affreschi troppo logorati dal tempo. Tuttavia, si riconosce il simbolo dell’Agnus Dei, ovvero l’ agnello.
Tutta la narrazione è maestosamente incorniciata in un arco trionfale, anch’ esso affrescato.
Lo sguardo continua ancora a scoprire ,mai sazio, nuove scene laterali all’abside, dove volti femminei inquadrati in marcate cornici rosse sembrano scrutarci.
A pochi metri, piccoli uomini dipinti minuziosamente si alternano in una lunga successione, ognuno adducendo con sé un attrezzo, simbolo di un mestiere: siamo di fronte ad una delle prime rappresentazioni dell’ alternanza delle stagioni; il  tempo ha logorato le sfumature e le tinte forti di una volta, ma il valore dell’affresco permane.
È suggestivo pensare che in questa chiesa pastori, agricoltori e altra umile gente, accomunati tutti dalla propria fede, venivano ad imparare e a “leggere” lo scorrere del  tempo.
Non si sa di preciso chi è stato l’artista che ha dato vita a questi capolavori d’arte medievale; l’unica certezza è che sono stati chiamati artisti, persino da Costantinopoli.
Un ultimo sguardo, prima di andare, è d’obbligo. Fotografare e fermare nella mente quel luogo, quelle immagini, e magari cercare un angolo nascosto, sfuggito alla mia attenzione per la troppa voglia di scoperta. Nulla deve essere tralasciato, poiché ogni secolo scrive la propria pagina nel grande libro della storia. Qui si conservano documenti del passato che resterebbero freddi e muti se non fossero oggi conosciuti  e valorizzati.

Stefania Castiglione

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