I “come” e i “perché” dell’Intelligenza
Un utile saggio di Eugenio Di Salvatore si interroga sull’intelligenza umana. E coinvolge il lettore. L’intelligenza è innata? Quanto incide l’ambiente? È possibile darne una definizione generale? Un libro semplice, non banale.
Eugenio Di Salvatore, Come e perché. Saggio sull’intelligenza, Kimerik 2011“Come e perché” di Eugenio Di Salvatore è in primo luogo un libro utile. E se in un certo senso tutti i libri lo sono (beh, con le debite eccezioni!) in questo caso non si tratta di una generica utilità, bensì di un’utilità reale, di qualcosa da tenere nella nostra “cassetta degli attrezzi” intellettuale.
In questo senso, è significativo il sottotitolo dell’opera: saggio (ovvero “assaggio”, “introduzione”, “esercitazione”) sull’intelligenza. Che diviene sulla pagina una sorta di gioco di specchi, nel quale l’intelligenza ragiona dell’intelligenza, riflette su se stessa.
Ecco la prima utilità del libro: l’essere un vero e proprio esercizio di ragionamento. Una forma sui generis di dialogo nel quale l’autore impersona entrambi i dialoganti: uno pone le domande (implicite o esplicite che siano), l’altro dà le risposte. E chi legge viene trasportato nel meccanismo, deve anch’egli porsi quelle domande (o magari altre) e confrontarsi con le risposte (o cercarne di nuove).
Esercitazione, dunque; palestra, sia per l’autore che per il lettore.
Le prime domande sono già nel titolo. Sono quelle fondamentali della filosofia classica, intesa come “amore per la sapienza”: “perché?” (cioè “delle cause” e “dei fini”) e “come?” (ovvero, la regola che muove il mondo nell’intervallo, appunto, tra cause e fini).
Non meno importanti, le domande che Di Salvatore si pone passando al tema specifico dell’Intelligenza. È di origine naturale o si tratta di un dono divino? Innata o determinata dall’ambiente? E quale ruolo gioca l’educazione? È facoltà esclusiva dell’uomo, o appartiene, sia pure in forme diverse, ad ogni essere vivente? Ed è possibile darne una definizione univoca, generale?
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Vi è poi un secondo pregio: una positiva e sincera umiltà.
Di Salvatore lo dichiara esplicitamente, non intende invadere il campo delle scienze specialistiche. Quindi, rimarrebbe deluso chi si aspettasse una “carrellata” divulgativa tra neuroscienze, “teoria dei giochi”, psicocibernetica e quant’altro.
Ma, a mettere le cose in chiaro (come a dire: non vi inganni la mia semplicità: ho studiato, so di cosa parlo), eccolo infilare una vera e propria “perla”: appena un accenno a Lev Semënovič Vygotskij, il «Mozart della psicologia» russo, rivelato all’Occidente da Jean Piaget dopo mezzo secolo di oblio.
Per concludere, “Come e perché” è il cammino di un’idea, iniziato da un Di Salvatore giovane studente, insofferente verso le definizioni convenzionali di intelligenza allora in voga e che, ancora oggi, con l’amato Aristotele a fargli da guida, procede con metodo induttivo dai singoli fenomeni alla definizione di regole generali.
Dalle quali si può, magari, dissentire.
Ma il Professor Di Salvatore, oggi insegnante di matematica, è innanzitutto un buon educatore, cui il pensiero critico piace senz’altro.
Stefano Tozzi