Caravaggio: restauro aperto. La rinascita dell’Adorazione dei pastori
Roma. Prosegue l’interessante iniziativa “Caravaggio restauro aperto”. Promossa dalla Camera dei deputati, dalla Regione Sicilia e con il contributo di fastweb unico sponsor. Un’attenta operazione di restauro della tela “l’Adorazione dei Pastori” si sta svolgendo, presso il punto Camera in via del Parlamento, tutti i giorni sotto gli occhi dei passanti, dei turisti e degli appassionati d’arte. Abbiamo sentito una delle restauratrici dell’evento.
Tutti gli interventi di restauro in corso sul celebre dipinto, fino al 31 gennaio, si potranno osservare attraverso la grande vetrata del palazzo, dove dei video posti all’esterno trasmetteranno le riprese del lavoro in atto.
"Adorazione dei pastori" - Caravaggio
Il Punto Camera, adibito a vero e proprio laboratorio di restauro, invece sarà accessibile con prenotazione obbligatoria al sito di fastweb, sponsor d’eccellenza di questo straordinario progetto.
La visita guidata permetterà di assistere da vicino l’andamento dei lavori in corso sulla tela del grande pittore lombardo. L’opera, proveniente dal Museo regionale di Messina, si rivestirà dell’antico splendore, grazie alle sapienti mani delle restauratrici Valeria Merlini e Daniela Storti, coordinate dal dott.Gioacchino Barbera ( Direttore del Museo regionale di Messina) e con la supervisione dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro.
Al termine dei lavori la grande tela verrà esposta alla mostra con cui Roma celebrerà i 400 anni dalla morte di Caravaggio (alle Scuderie del Quirinale dal 18 febbraio al 13 giugno ).
L’adorazione dei pastori è un opera straordinaria: venne eseguita nel 1609 dal pittore in fuga dalle prigioni di Malta, durante la sua breve permanenza in Sicilia.
Il Senato della città di Messina incaricò Caravaggio della realizzazione di una pala d’altare, che avrebbe ornato l’altare maggiore della chiesa di Santa Maria della Concezione con il compenso di mille scudi.
La scena è ambienta in “ Un notturno povero, con il gruppo dei pastori e San Giuseppe in adorazione della Madonna e del Bambino distesi a terra sulla paglia, sotto la capanna rotta e disfatta d’assi e di travi”, così la descrisse il Bellori nel 1672. “Un umilissimo presepe siciliano”, dirà il Longhi nei secoli a seguire, dove ritrovare nella Madonna con il bambino stesi a terra l’iconografia binzantina della “Madonna dell’umiltà”.
Un pomeriggio di fine novembre siamo andati al punto Camera ad incontrare la dott.ssa Daniela Storti, una delle curatrici dell’evento.
L’ambiente è particolare, non molto grande; mi colpisce per il suo ordine rigoroso ed elegante, dove tutti gli strumenti di lavoro, compresi i pennelli, sono al loro posto.
I visitatori sono appena usciti, lasciando un grande vuoto dinnanzi alla tela che, illuminata dalla luce calda dei fari, mi appare in tutta la sua riservata bellezza.
Una realtà umile e povera, così piace all’artista maledetto, che la spoglia da qualsiasi orpello.
Seduta di fronte al dipinto, i grandi tasselli di pulitura mi catturano lo sguardo, perché mettono in primo piano i
Vetrina del "Restauro Aperto" al Punto Camera
colori brillanti dei panneggi e dei bagliori luminosi di luce, come volessero resuscitare dall’oscurità del fondo.
Faccio alcune domande alla Dott.ssa Storti:
Arrivata a Roma il 7 settembre, qual’era il suo stato di conservazione?
Da fonti ufficiali sappiamo che il dipinto è stato oggetto di due interventi di restauro nel 1921 e successivamente nel 1950, da parte dell’I.C.R.; pur mantenendo un buono stato di conservazione del supporto, possiamo dire con certezza che una porzione della tela di 5 cm in senso longitudinale in alto e in basso è stata rimossa, per permettere al dipinto di adattarsi ai vari luoghi di culto in cui veniva collocato.
Poi è stata ripristinata, in uguale misura, con un intervento pittorico, naturalmente non da Caravaggio.
L’esigenza di un nuovo restauro nasce dal fatto che il dipinto presentava una disomogeneità della superficie pittorica manifestata da sbiancamenti e ossidazioni visibili nella parte centrale della composizione, che lo hanno reso terribilmente appiattito e poco leggibile.
Il restauro è stato affiancato ad una consistente campagna diagnostica fornita da M.I.DA. Di cosa si tratta?
Il contributo delle strumentazioni scientifiche più avanzate hanno supportato tutte le fasi del restauro conservativo.
Mentre parla, mi mostra il catalogo contenente le bellissime radiologie e riflettografie ad infrarossi eseguite sul dipinto; non hanno evidenziato variazioni di rilievo in corso d’opera, ma la presenza di numerose sostanze estranee alla pellicola pittorica originale.
A che punto siete del restauro?
Siamo ai saggi di pulitura; la graduale rimozione delle sostanze estranee ci permetterà di restituire allo spettatore i valori cromatici originali, la profondità dei piani prospettici e la complessità dei passaggi chiaroscurali. È un momento molto delicato del lavoro, perché ogni nostra decisione in merito agli interventi da effettuare sul dipinto viene costantemente supervisionato da un pool di esperti dell’ISCR e questo a volte può allungare i tempi di esecuzione.
Contiamo di chiudere la fase di pulitura prima di Natale, successivamente lavoreremo al reintegro delle lacune pittoriche, che fortunatamente non sono molte.
Come nasce l’idea del restauro aperto?
Visto il grande successo di pubblico e di critica ottenuto con il primo esperimento di cantiere aperto nel 1999 con il restauro della Madonna dei Pellegrini, è una prassi che si è consolidata nel tempo.
È un esperienza innovativa di condivisione d’arte, capace di sensibilizzare in maniera intima e confidenziale lo spettatore.
La nostra intenzione vuole smantellare una visione museale fredda a dispetto di una partecipazione attiva ai complessi problemi della tutela del patrimonio artistico.
Ringrazio la Dott.ssa Storti per la sua cortese disponibilità e per avermi dato l’opportunità di vedere da vicino quest’opera: una commovente natività di un’artista geniale, che con la sua poetica e sensibilità ha lasciato il segno nella storia della pittura italiana.
Alessandra Mannarella