La santa opulenza di Santa Lucia
La domenica dedicata alla santa veneziana passata tra le bancarelle del tradizionale mercato veronese, all’ombra della famosa stella e dei palazzi scintillanti di neon colorati.
Non si riesce neppure a camminare, il tredici dicembre, tra le vie di Verona completamente intasate da individui imbacuccati in cappotti e pellicce.
Veduta del mercatino natalizio
Si riesce a stento ad arrivare in piazza Bra, luogo dove ogni anno si allestisce il mercatino di Santa Lucia.
Si dice che il vanto dei grandi magazzini londinesi sia che si può trovare qualunque oggetto; credo che questo valga anche per questo posto: sembrano oggetti magici quelli esposti sui tavoli dei venditori, e sembra non manchi proprio nulla.
Mercanzie che promettono milioni di acconciature differenti, arnesi che tagliano, affettano, sminuzzano ed accoltellano.
E ancora, minerali autentici portafortuna, stracci attira polvere che non si lavano mai, la migliore frutta secca del continente, puzzle per bambini che imitano, male, famosi cartoni animati d’autore.
Le tipiche sciarpe, cappelli, calzini, guanti, borse, portafogli, capi griffati; i venditori non urlano più a squarciagola: dotati di microfono attirano le persone promettendo intrattenimento e garanzie illimitate.
Appare anche un banchetto di gadget dell’Hellas Verona; rimane lì fermo immobile ignorato dalla maggior parte dei passanti ma preso d’assalto da tifosi sfegatati che si rifarebbero volentieri il guardaroba, tutto firmato dal mastino arrabbiato; viene da chiedersi cosa centrino cotante merci disparate una con l’altra e sembra che l’unica risposta plausibile sia, appunto, Santa Lucia.
Tutto questo è contenuto da rigorose transenne gelide e da numerosi agenti muniti di casacca gialla.
La folla non riesce a muoversi, tanta è la calca che si
Comprando al mercato...
stringe tra un venditore di giocattoli e un banchetto adornato da un’enorme testa di cinghiale.
Ci si lascia volentieri trasportare dai ghiotti profumi di frittelle, bomboloni, dolcissime crêpes e zuccherose mandorle caramellate.
La moltitudine di luci, voci ed odori invadono gli animi delle persone che passeggiano rapite in cerca del regalo da mettere sotto l’albero.
La più grande anomalia è che non si respira nessun clima natalizio.
Se non fosse per un rigido Babbo Natale che osserva dall’alto di un gazebo e per l’abete, un po’ secco ma imponente, ci si potrebbe quasi dimenticare dell’incombente festività e godersi semplicemente la vista di innumerevoli leccornie cangianti.
Katia Bonini
Foto di Alex Zampini