Antonio Petito: Il Pulcinella dell’800
Personaggio: Antonio Petito, attore e autore
Data e luogo di nascita/morte: 1822- 1876, Napoli
Pensiero: Fu attore, prima che autore. Dominò un repertorio teatrale sconfinato; era mimo impareggiabile. La sua immagine di teatrante di eccezione si affermò a livello nazionale e fu ammirata anche all’estero. Tale consenso non fu né effimero, né stagionale, ma si venne consolidando progressivamente nel tempo. Da sottolineare che Petito aveva un livello culturale molto basso, non sapeva usare né maiuscole, né punteggiatura, aveva una scansione delle parole non corretta e nella pronunzia si sentiva molto l’accento meridionale. Spesso i suoi scritti se li faceva correggere dagli acculturati del suo entourage. Nonostante ciò, riuscì a catture platee intere, «il suo successo se lo costruì artigianalmente aggregando simpatie fra i ceti popolari, per i quali egli aveva costruito nel suo spettacolo un congegno irresistibile di comicità travolgente»; questo non vuol dire che il suo pubblico era solo il popolo, il suo successo andò anche al di là dei ceti popolari, «genti del vicolo e signori in carrozza si potevano divertire la sera al medesimo spettacolo». Ricordiamo una frase di Enzo Grano che afferma che fu “Un simbolo delle aspirazioni popolari e finì per insegnare al proletariato ad avere un nuovo rispetto per se stesso ed una serena coscienza dei propri doveri”
Particolarità: Fu il più famoso e forse il più grande interprete di Pulcinella dell’800, trasformò il personaggio, da servo sciocco, nel cittadino napoletano per antonomasia. Nel 1852, al debutto al San Carlino, avvenne l’episodio della consegna della maschera da parte del padre Salvatore, a suggello della trasmissione di un’eredità artistica. Scrisse molte commedie “pulcinellesche”, che sottolineavano i problemi della società napoletana in cui viveva e alla quale era attento. Negli anni Cinquanta era molto famoso ed apprezzato, a tal punto che la famiglia reale borbonica si recava spesso al San Carlino per assistere ai suoi spettacoli. Nelle farse di Antonio Petito ci furono anche altri personaggi scenici, caratterizzanti maschere napoletane, ad esempio Pancrazio e Pascariello, personaggio molto buffo, servo ignorante.
Ritiro dalle scene: La sera del 24 marzo 1876 Petito morì al teatro San Carlino di Napoli, durante la rappresentazione de La statua vivente spaventata da Pulcinella, stigmatizzando il suo mito.
Opere: Pulicenella finto dottore e pezz’a l’uocchie – Na famiglia ‘ntusiasmata pe la bella musica de lo Trovatore (parodia del Rigoletto verdiano) – Nu muorto ca nun è morto (parodia di Il mio cadavere) – L’appassionate pe lo romanzo de lo zio Tom – Parodie di opere letterarie come il Faust, La Francesca da Rimini, La Bella Elena, Otello – So muorto e m’hanno fatto turnà a nascere (metempsicosi) -La lotteria alfabetica (critica l’industrialismo piemontese) – Tre banche a ‘o treciento pe mille – Nu studio ‘e spiritismo pe fa turnà li muorte ‘a l’atu munno (entrambe narrano vicende politiche dell’Italia del’60) – Pascariello da pezzente cafone diventa ricco – Guard’a voi! Una nuova donna barbuta (politica) – So’ mastu Rafele e non te ne ‘ncarrica’ – Avimmo perduto a Felippo e ‘o panaro – Tre surice dint’ a nu mastrillo – Pascariello surdatu cungedato – Na mmesca Frangesca de mbroglie e fracasse pe nu muorzo coppa a na mano – Palummella zompa e vola – Cicuzza
Adalgisa Cornelio