
Le ville del Palladio, itinerari tra enogastronomia e navigazione
Da sempre ci affascinano le prestigiose ville del Palladio, simbolo di monumentalità e di stretta connivenza con la natura, del lavoro ma anche della quiete, della pace e della risolutezza. Il fascino che l’architettura palladiana riscuote in tutto il mondo è, infatti, da imputare alle numerose ville rurali progettate per i proprietari terrieri di Venezia e Vicenza. (Foto: Flickr cc filippogiad, interno2)
Le ville del prestigioso architetto Palladio riuniscono, fin dalla genesi della fase progettuale, le esigenze pratiche per la gestione della proprietà agricola e le richieste estetiche ricreative del proprietario, che spesso le utilizzava come rifugio dalla vita cittadina. Anche per questo motivo sono un fenomeno che cattura continuamente l’interesse autoctono e straniero, con la riproposizione di itinerari palladiani o di tour organizzati delle famigerate ville di Palladio. In particolare, per quando riguarda quelle che sorgono sulla Riviera del Brenta (da Padova in direzione di Venezia e viceversa), si sta cercando (con una frenesia sempre più attuale) di rivalutare il territorio locale con una possibile fruizione di questi itinerari da parte di un turismo dolce, per esempio con la navigazione organizzata lungo il Brenta (con delle motonavi o dei battelli) che preveda la sosta e la visita nei maggiori punti di interesse. Questa tendenza si manifesta con sempre maggior successo anche per quanto riguarda l’interesse dimostrato dalle numerose imprese locali nei confronti di un paesaggio sempre più ricercato e desiderato. Non è, infatti, difficile trovare sconti e convenzioni con alloggi e ristoranti, soprattutto per quanto riguarda il campo dell’enogastronomia.
Lungo la Riviera del Brenta si può, infatti, assaggiare una varietà impressionante di pesci e crostacei: dalle cappe sante, alle canocchie (“canoce”), ai moscardini, le uova di seppia, le vongole, le schie, le famigerate “sarde in saor”, i tartufi di mare; per non parlare della deliziosa qualità del rombo, dell’anguilla, del baccalà e del branzino cotto al sale. Sono inoltre famosi i risotti tipici con il radicchio rosso di Treviso, con la zucca, i “risi e bisi” (riso con piselli e pomodoro), il risotto con i bruscandoli o con le ortiche; magari accompagnato da un vino del Montello o dei Colli Asolani DOC, e la grappa di Bassano del Grappa. Non è, infatti, un caso che il bel paesaggio, il cosiddetto belvedere, stimoli in un certo grado l’appetito e la sazietà visiva spesso e volentieri si accompagni a quella dell’appetito fisico, desideroso di gustare appieno i sapori autoctoni. Non solo, infatti, il lento fluire del Brenta dona una sensazione di pace dei sensi che ci fa immergere in un paesaggio misterioso e nobile, fatto di quelle ville e quei gioielli dell’architettura che non passano mai di moda, ma anche ci sprona verso un rapporto differente con il territorio, per poterne apprezzare appieno ogni singola parte e ogni prodotto di derivazione locale.
Inoltre il caratteristico raggrupparsi di elementi compositivi nella villa palladiana non riguarda solamente la rinascita architettonica auspicata in quel particolare periodo storico, ma anche la sua correlazione con l’ambiente e l’acqua, con la toponomastica e i campi coltivati. Le ville del Palladio, infatti, non sono separate dalla campagna ma nemmeno dai giardini elaborati, dalle statue, dai giochi d’acqua. Questo ci fa comprendere come, rispetto ad oggi, la stretta relazione di queste costruzioni con l’ambiente circostante sia una caratteristica che forse andrebbe rivalutata, non solo nell’ottica di un maggiore inserimento in quel turismo dolce, poco inquinante, sostenitore del nuovo fenomeno dello slow food; ma anche per un maggior godimento personale delle bellezze che la genialità di architetti e artisti (che ancor oggi possiamo definire moderni nella loro classicità) ha reso fruibili attraverso l’accurato e delicato processo di controllo rispettoso sulla natura che hanno operato.
Franzin Ester