Turismo: boom di presenze ad agosto. Effetto crisi o ripresa economica?

Ottimismo nei dati di Federalberghi, che guarda al settore turistico come possibile volano della ripresa economica, ma il Codacons frena: «l’effetto crisi fa diminuire la domanda di turismo estero a vantaggio della domanda interna».

Sono lontani i tempi del Grand Tour, quando intellettuali del calibro di Stendhal o Goethe intraprendevano lunghi e difficili viaggi alla scoperta delle meraviglie del Bel Paese: ancora agli inizi del XIX secolo i giovani rampolli dell’aristocrazia europea perfezionavano così la loro educazione. Ma si trattava di viaggiatori d’elite… Ciò che oggi chiamiamo “turismo” (cioè il viaggio organizzato e di massa) può senza dubbio essere considerato la prima industria del mondo, se si considera il livello di globalizzazione raggiunto e l’indotto di attività ad esso correlate (servizi di trasporto, ospitalità, ristorazione, tour operator, ecc.).
Secondo il Rapporto Italia 2011 di Eurispes, nel 2010 il settore turistico ha inciso per il 9,5% sul PIL ed ha impiegato meno di due milioni e mezzo di persone. Complice la profonda crisi economica in atto, l’Italia è scesa al 4,1% di quota mondiale del turismo. Un trend negativo che pare tuttavia contrapporsi ad un 2011 in crescita, come emerge dai dati di Federalberghi relativi ai primi otto mesi dell’anno, con un +1,9% di presenze (rispetto allo stesso periodo del 2010), culminato nel boom registrato in agosto. È quanto afferma il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca: «Luglio ha mostrato una stagnazione complessiva delle presenze alberghiere. Agosto al contrario ha rappresentato la vera sorpresa dell’estate, contrassegnato da un +3,5% di presenze complessive, composte da un +0,6% di italiani ed addirittura un +8,4% di stranieri, ad evidente conferma dell’ottimo rapporto qualità-prezzo delle nostre strutture ricettive. La nostra convinzione – conclude  Bocca – è che il nostro comparto e l’intero settore possano rappresentare il volano primario per la ripartenza dell’economia del nostro Paese, a condizione che si stabiliscano adesso le prossime scelte di politica turistica, volte a dare maggiori garanzie a quelle migliaia di imprese ed a quei milioni di lavoratori che quotidianamente lavorano per tenere alta l’immagine dell’Italia nel mondo».

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Ma per il Codacons questi dati, positivi per gli albergatori italiani, sono in realtà il segno della crisi. Secondo l’associazione di consumatori infatti, quest’anno si è registrata per la prima volta una flessione pari al 5% di presenza italiana all’estero. In pratica le famiglie a reddito medio-alto che negli anni passati sceglievano l’estero, magari località esotiche, come meta delle loro vacanze, per la prima volta hanno risentito della crisi e hanno dovuto optare per mete turistiche “nostrane”. Di qui l’aumento delle presenze in Italia. A fronte dunque di un calo della domanda di turismo estero, si registra un aumento della domanda interna.
Statistiche a parte, ormai da tempo si attendono interventi strutturali necessari affinché il ricordo, oggi appannato, di quell’antico primato, che faceva dell’Italia la meta privilegiata del Grand Tour europeo, possa ridare slancio all’economia, restituendo a questo paese una delle sue più importanti vocazioni, quella del turismo.

Carmela Bafumi

Foto: http://www.flickr.com/photos/smeerch/218429742/

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