Pakistan. È l’istruzione la vera emergenza nazionale

La costituzione pakistana sancisce l’obbligo di garantire un livello di educazione minimo ai cittadini tra i sei e i sedici anni. Nonostante ciò, sette milioni di bambini non hanno accesso all’istruzione. Attraverso la creazione di due nuove scuole, la Masihi Foundation cerca di contribuire alla svolta.

La Masihi Foundation, organizzazione che si occupa della tutela delle minoranze cristiane in Pakistan, ha recentemente fondato due nuove scuole, una delle quali sita a Quetta, nella poverissima regione del Beluchistan. Sebbene l’intento sia comprensibilmente quello di contribuire alla riduzione del fondamentalismo islamico nella regione, l’apertura della nuova scuola avrà l’ulteriore pregio di fornire un’istruzione di base a 450 bambini, cristiani e mussulmani.
Il fondamentalismo costituisce indubbiamente un problema di difficile soluzione, tuttavia soltanto il 6% dei bambini pakistani frequenta le madrase coraniche (luoghi di insegnamento della religione islamica, nel Paese spesso di radice fondamentalista). La vera emergenza nazionale è la situazione critica del sistema educativo pubblico, incapace di fornire un’adeguata risposta alla crescente domanda di istruzione del Paese.

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I numeri parlano chiaro: il 30% dei pakistani vive in condizioni di estrema “povertà educativa” (avendo ricevuto due anni o meno di istruzione), il 31% dei maschi e il 41% delle femmine tra i quindici e i ventiquattro anni non sa leggere e, nonostante numerosi studi dimostrino che l’educazione delle donne sia di fondamentale importanza – tra le altre cose, per la salute dei loro figli –, circa la metà delle donne del Paese non ha mai frequentato una scuola.
Nonostante le forti carenze del sistema educativo nazionale, il Pakistan spende per l’istruzione solamente l’1,5% del PIL, contro il 4% teoricamente richiesto per raggiungere, in tempi ragionevoli, gli obiettivi fissati dalla costituzione. Ai ritmi di sviluppo attuali, tali obiettivi potrebbero essere raggiunti solamente tra il 2041 (Punjab) e il 2100 (Beluchistan).
Secondo le stime contenute nel rapporto annuale sull’educazione pubblicato nel 2011 dalla Pakistan Education Task Force – organizzazione che comprende elementi del governo, delle istituzioni locali e delle ONG maggiormente rappresentative del settore – sarebbe necessario un investimento di ulteriori 750 milioni di euro all’anno per dare un impulso significativo al sistema scolastico nazionale ed avere i primi riscontri positivi nell’arco di due soli anni.
Nelle due nuove strutture realizzate dalla Masihi Foundation, le lezioni sono totalmente gratuite e riguardano «l’inglese, la cultura dei diritti umani e, prossimamente, l’informatica – ha affermato in un’intervista Haroon Masih, direttore della fondazione –, ma anche i valori umani, il rispetto per l’altro, la dignità e la sacralità della persona».
Sebbene ogni iniziativa delle associazioni private sia di grande aiuto, il cambiamento non è possibile senza l’adozione di politiche di spesa nel settore dell’istruzione che garantiscano una forte accelerata allo sviluppo del sistema educativo. In Pakistan il vero motore del cambiamento deve essere la volontà politica, da parte delle istituzioni, di risollevare le sorti economiche e sociali del Paese, impresa che passa necessariamente attraverso la riforma del sistema educativo nazionale.

Alessandro Turco

Foto:  http://www.flickr.com/photos/hashoofoundation/6205868051

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