Suicidi e crisi economica
Ormai il binomio suicidi-crisi economica sembra essere diventato quasi inscindibile. Dall’inizio dell’anno sono stati numerosi i casi di imprenditori che hanno deciso di farla finita perché in estreme difficoltà con la propria azienda.
Il corteo di oggi, svolto a Bologna e guidato da Elisabetta Bianchi e Tiziana Marrone, ha voluto gridare forte che c’è bisogno di aiuto, che la politica deve intervenire. La Marrone è la moglie di Giuseppe Campaniello, l’artigiano che lo scorso 28 marzo si è dato fuoco per debiti col fisco davanti all’Agenzia delle Entrate della città.
Ma non possiamo – e non dobbiamo – giustificare i suicidi con la crisi economica. La situazione finanziaria nella quale ci troviamo è particolarmente critica, è vero, ma dovremmo riuscire a far passare il messaggio che il suicidio non è affatto una soluzione, anzi, spesso non fa altro che condannare al dolore e a serie difficoltà chi resta, cioè colleghi, familiari e amici.
Non giudico il loro gesto, certamente estremo, ma è necessario, perché questa serie di suicidi della crisi economica cessi, porgere la mano a chi è in difficoltà. Mogli, figli, amici, colleghi. Tutti devono fare la propria parte per permettere all’imprenditore di turno, che si trova con l’acqua alla gola, di riflettere sul gesto che potrebbe compiere. Stare vicino, parlare, appoggiare, cercare insieme delle alternative, dare un consiglio. Ogni strumento è buono per far capire agli imprenditori stremati dalla crisi economica che non sono soli. Deve essere chiaro che il suicidio non rappresenta mai la soluzione, in nessun caso e per nessun motivo. La vita deve tornare a essere considerata, dentro ognuno di noi, il bene più grande e nessuna crisi deve permetterci di buttarlo via.
Marco Papasidero