Dall’incidente nucleare in Giappone allo spegnimento dei reattori

A poco più di un anno dal terremoto e dall’incidente nucleare in Giappone, che ha fatto stare tutti col fiato sospeso per le sorti della centrale atomica di Fukushima, questa sera, alle 23 ora locale, l’ultimo reattore, quello della struttura di Tomari, verrà disattivato, rendendo ufficiale lo stop dell’energia atomica in Giappone. Purtroppo questa non è una scelta definitiva, ma la pausa che periodicamente viene eseguita per poter fare tutti i controlli del caso ai reattori.
A Tokyo, in molti sono già scesi in strada per chiedere la chiusura definitiva delle centrali.
Dall’incidente nucleare in Giappone dobbiamo tutti – e in particolare i Governi – imparare che la salute dell’uomo deve essere al primo posto. È bene iniziare quanto prima un investimento e un incentivo radicali all’utilizzo e alla diffusione delle energie pulite, che potrebbero anche permettere ad alcuni stati – ad esempio all’Italia – di affrancarsi dalla dipendenza energetica dall’estero.
Non ha alcun senso, con le nuove tecnologie che oggi ci permettono di sfruttare il sole, il vento e non solo, di ricorrere a un’energia sporca, le cui scorie, per quanto sempre più compattabili in bunker e sale “sicure”, rimangono sostanze altamente pericolose, incompatibili con la vita dell’uomo. Il rischio di un incidente nucleare, come in Giappone, potrà essere pure basso, ma permane, comunque, quella minima percentuale di probabilità che dovrebbe indurre i Governi a invertire la rotta, seguendo l’esempio delle politiche per l’energia pulita di cui si parla sempre più insistentemente negli ultimi anni.

Marco Papasidero

Marco Papasidero

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