Strategie di potere vs meccanismi di resistenza
A Catanzaro la prima edizione del festival dell’Antropologia
Catanzaro ha proposto quest’anno la prima edizione del Festival dell’Antropologia, tenutasi dal 29 al 31 Ottobre, sul tema “Strategie di potere e meccanismi di resistenza”, con oltre 50 incontri con i più famosi antropologi. Il programma ha proposto seminari, incontri tematici, tavole rotonde e Lectio Magistralis in diversi luoghi della città, con vari antropologi, tra cui Antonio Buttitta, Mauro Ceruti, Laura Faranda, Marino Niola. Lo scopo del festival è stato quello di aprire, con l’apporto di più discipline, una riflessione sulle strategie di potere che operano nella contemporaneità, che investono le città e trasformano, nei processi identitari, i loro abitanti. Gli eventi centrali del festival sono stati accompagnati da mostre fotografiche, concerti e una rassegna cinematografica realizzata da Andrea La Porta, docente dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, dal titolo “Il potere sottile del cinema che guarda il potere”.
Una serie di documentari hanno ripercorso i tratti essenziali della storia della Calabria. Il medesimo tema è stato oggetto di una mostra fotografica realizzata da Barat Alì Batoor, Angelo Maggio, Rosario Chimirri e Ottavio Cavalcanti, la quale ha proposto spunti sulla Calabria. Barat Alì Batoor ha raccontato l’Afghanistan, con una mostra intitolata “Afghanistan. Racconti di vita quotidiana”, nella quale affronta il difficile compito di descrivere un paese problematico, dai molti aspetti contrastanti.
La raccolta di fotografie di Angelo Maggio intitolata “Calabrinaggi”, ha ripercorso la ricca tradizione della Calabria, attraverso processioni, riti, feste e celebrazioni, percorrendo tutta la regione in pochi istanti, passando per Chiaravalle, San Floro, Riace, S.Luca, Badolato, Caulonia, Petilia Policastro, tutti piccoli paesi ricchi di tradizione e storia. “Fango, paglia, mani. Architettura in terra cruda” è il titolo della mostra fotografica di Angelo Maggio e Ottavio Cavalcanti, che mostra scorci di abitazioni di un tempo, costruzioni che si incontrano molto spesso per le strade della Calabria e non solo, lasciate spoglie e incompiute; altre foto mostrano interni di abitazioni, attrezzi per l’agricoltura e alcuni telai per la lavorazione della seta, una delle tradizionali attività artigianali della Calabria.
L’ultima mostra, “Biodifferenze”, di Guido Turus, propone foto che ritraggono la natura, con l’intenzione di tutelare e salvaguardare la biodiversità.
Uno spazio considerevole è stato riservato all’arte contemporanea, attraverso l’istallazione di Giovanni Orlando Muraca, intitolata “Vite Urbane”, una scultura sociale vivente, che si interroga sulle trasformazioni sociali e culturali, “Catanzaro 1974: il gruppo Mathausen”, giovani artisti attivi a Catanzaro iniziatori dell’arte contemporanea, “PIT-SCULTURA” di Giorgio Alfieri, Libertà nell’agire. A ciò hanno fatto seguito una serie di laboratori a cura di Milena Manili, intitolati: “La corrente mediterranea. Un percorso esperienziale tra Antropologia e Arteterapia”; attraverso un percorso di tre giornate, con una equipe di esperti.
Ogni giornata si è conclusa con una serie di concerti presso il Teatro Politeama, il Centro di Aggregazione Giovanile e il Complesso Monumentale del San Giovanni, a partire dal cabaret yiddish di Moni Ovadia, a cui ha fatto seguito un duo realizzato da William Parker e Amiri Baraka, special guest il rapper urbano Lucariello e infine uno spaccato sull’opera ispirata dal grande soul man Curtis Mayfield, con William Parker contrabbassista e compositore di eccellente valore e Amiri Baraka, accompagnati da una troupe di illustri musicisti.
Silvia Santoro