Smascheràti
A tutti è noto il celebre concetto pirandelliano di maschera, esemplificato mirabilmente in alcuni suoi famosi romanzi, come Uno, nessuno, centomila e Il fu Mattia Pascal, ma anche in opere teatrali, quale Sei personaggi in cerca d’autore, solo per citare ciò che è maggiormente conosciuto al grande pubblico. La maschera era per Pirandello il diverso “aspetto” che ogni individuo assume con gli altri, la particolare “sembianza”, il tipo di comportamento e di modo di essere che diventa personalizzato con ogni singolo soggetto con il quale entriamo in contatto. Così saremo e ci comporteremo con il vicino in un modo, in un altro con l’amico, saremo ancora una persona diversa con il cliente, il datore di lavoro, il collega, il negoziante, la mamma, il papà e così via.
Bene, sembrerebbe proprio che la maschera pirandelliana debba assumere una nuova veste, oggi, essendo applicata quasi volontariamente – ma inconsapevolmente – sul volto di ognuno di noi. Tutti, infatti, sembriamo indossare questo mirabile e artificioso nascondimento del viso, che rende le persone così simili, per gusti, interessi, passioni, scelte. La creatività non è assente dall’uomo, ma è attentamente celata sotto la maschera che indossa, ben nascosta affinché non si compia un gesto o un’azione che esca fuori dagli schemi e che, la maschera, la faccia scivolare giù, svelando le nostre vere sembianze.
Il tran tran quotidiano sembra un ballo in maschera, con la differenza che, spesso, questa rimane applicata al volto per tutto l’anno. Raramente sveliamo il nostro vero volto, fatto di sentimenti e sensazioni personali e non ricopiabili, di gusti che vanno contro corrente, di punti di vista inconsueti, di scelte e interessi contrari alla moda, alla società, alla ruota sempre uguale dell’economia, di modi di dire e di fare originali, di sorrisi dati in omaggio un po’ a tutti.
Ma d’altronde, senza maschera il mondo sarebbe e apparirebbe troppo vario, estremamente eterogeneo. Non ci sarebbe più posto per l’uniforme senso di ogni cosa, che va tanto di moda, dalla musica ai vestiti, dal cibo ai libri e ai lavori. Ma l’unica affermazione che resta da fare, a questo punto, è: giù la maschera!
Marco Papasidero