Rockstar: cosa succede quando i riflettori si spengono?

La vicenda di Sinead O’Connor, che in questi giorni ha tentato il suicidio, fa porre molte domande sulla vita delle star e sulla promessa della musica. (Foto: Sito ufficiale cantante)

Chi non ricorda la struggente interpretazione della canzone di Prince “Nothing compares to you” da parte della cantante irlandese Sinead O’Connor? Il suo volto pulito e i suoi lineamenti perfetti, messi in evidenza dai capelli rasati, hanno lasciato un segno indelebile in quei lontani anni novanta. Una vicenda travagliata, la sua, non solo per la ribellione alla religione, gridata al mondo con il suo gesto di strappare una foto di Papa Giovanni Paolo II, durante il Saturday Night Live, ma anche per il fallimento di quattro matrimoni e per momenti di profonda depressione. Le è stato diagnosticato un disturbo bipolare, che l’ha portata più di una volta a tentare il suicidio. Qualche settimana fa la cantante si è affidata a twitter, affermando di essere in pericolo: «Realizzo che sarò nei guai per fare questo – scrive la cantante – ma l’Irlanda è un posto molto difficile per trovare aiuto. Così, avendo cercato prima con altri mezzi, ora chiedo se qualcuno conosce uno psichiatra a Dublino o a Wicklow che possa vedermi urgentemente oggi». Così ha tentato nuovamente il suicidio con una overdose di farmaci, ma fortunatamente è stata salvata e ora sembra aver recuperato un po’ di serenità.
È una vicenda umanamente triste. Eppure, la stampa ne parla secondo un cliché, quello del rock and roll: le rockstar bevono alcol, assumono droga e si possono permettere gesti estremi. Una ragazza fragile, come molte star, ma che quando canta esprime una potenza che sembra non appartenerle, è semplicemente il veicolo di questa potenza, che nemmeno lei sembra capire fino in fondo. Poi, quando i riflettori si spengono e cessa la musica, si disattiva l’elettricità del momento e cosa rimane? Sono tanti gli esempi che affiorano alla mente, uno tra questi è la vicenda di Amy Winehouse, una persona con dei doni eccezionali – arrivata dalla tradizione di Billie Holiday e Ella Fitzgerald – la quale è stata distrutta dall’alcol, o forse è morta perché non ha capito cosa aveva dentro di sé, cosa testimoniava la sua voce.
In un’intervista pubblicata sulla rivista online IlSussidiario.net, in occasione del 40esimo anniversario della scomparsa di Jimy Hendrix e di Janis Joplin, il giornalista irlandese John Waters, a lungo compagno di Sinead O’Connor, ha affermato: «Secondo me, il problema reale riguarda il modo con cui sono raccontate queste storie, cioè quasi sempre come tragedie eroiche: la stella luminosa che brucia e si distrugge troppo presto». Concezione che ormai è entrata nell’immaginario comune. «È un messaggio pericoloso — ha concluso Waters — da dare ai giovani che vedono solo la tragedia e non capiscono il desiderio e il dono e la natura dell’incomprensione che porta al disastro».

Erika Elleri

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