.|La fine delle feste|.
Mamma ha aperto oggi il pandoro, l’ultimo pandoro delle feste. Il giorno dell’epifania si dice che si porti via tutte le festività di questo periodo. Effettivamente è vero. Da domani ognuno tornerà al suo lavoro e di Natale e Capodanno se ne riparlerà soltanto il prossimo anno.
La cosa che più mi ha affascinato di queste feste, così come ogni anno, è il sapore delizioso che l’ultimo dolce possiede. Mamma, quando lo scarta con quel gesto rapido, versando lo zucchero e agitando ben bene la confezione, mi fa davvero sentire bene.
Torno qui a casa dal lavoro con grande nostalgia.
Quando sono arrivato, due settimane fa, con le mie valigie pesanti e la voglia di raccontare ad amici e parenti un anno fuori, mi sono sorpreso nel vedere l’albero e il presepe. Sembra che ogni volta, di anno in anno, io lo scordi. Poi arrivò lì, davanti a quelle piccole opere d’arte – perché le mie due sorelline sono davvero geniali in questo – e rimango entusiasta, estasiato.
L’ultimo dolce è il segnale che tutto volge al termine. Questo periodo che appare quasi come una sospensione dal mondo, dallo scorrere e dal vivere, in una specie di paradiso in terra, termina e mi dà appuntamento tra un anno.
Oggi, Mara, la mia sorella più piccola, appena quattro anni meno di me, mi ha raccontato dell’università. Lingue e Letterature straniere le piace molto, anche se vorrebbe seguire la specialistica all’estero, magari in Francia. Ha sempre amato il francese. Si capiva da quel “croissant” che pronunciava con una erre moscia che più moscia non si può, così come nel ricordare a memoria i nomi dei piatti francesi. Certamente adora anche il cibo.
Ninì – ma per gli estranei Giovanna – ci ha davvero sorpreso quest’anno. La mattina di Natale ha portato con sé il giovane fidanzato. Ha intenzioni serie, ma chissà se questo sarà quello buono. Mamma dice di sì. Lo vede più presente e affettuoso di quello di prima. Staremo tutti a vedere.
Io, invece, eccomi qua. Ad aver completamente dimenticato di sfogliare l’agenda – forse è meglio così –, anche se so che la seconda settimana di gennaio sarà fitta di impegni.
Alla fine, comunque, la mia promozione l’ho ottenuta e questo significa che l’impegno, e il sacrificio, pagano sempre, soprattutto quando si ha a che fare con aziende e fornitori.
Vedere le mie sorelle con tutto questo desiderio di “accasarsi”, soprattutto Ninì, mi fa quasi tenerezza, anche se non riesco a capire pienamente il motivo di tanta fretta. Sono ancora giovani.
Io, invece, credo che andrò avanti così per molto tempo ancora. Non ho intenzione di impegnarmi ufficialmente, anche perché l’amore non ha bisogno di essere confermato da una carta scritta o da un anello al dito.
Ad ogni modo, la libertà di movimento e pensiero che ho adesso non credo di averla mai avuta.
Eccoci, è il momento di andare a preparare le valigie. Domani si riparte, in modo da arrivare a Londra a un orario tollerabile. Devo ancora fare la valigia, è meglio che mi sbrighi, altrimenti mi ritroverò a dover fare tutto di fretta.
Un po’ mi rattrista. Questo momento magico sembra interrompersi così, all’improvviso. Il profumo che c’è qua in casa è davvero unico.
Ma non facciamo i piagnoni. Si ritorna alla propria vita.
See you later, London.