Quattordici fotografi ciechi ammalieranno Parigi con le loro creazioni

Come può un cieco avventurarsi nel mondo della fotografia? La risposta a questo spontaneo scetticismo, che spesso si frappone tra le arti e la disabilità visiva, è racchiusa proprio nelle sorprendenti creazioni e nella poliedrica sensibilità di questi artisti. Non è un caso, infatti, che alcune tra le più grandi opere d’arte portino la loro firma.

La prestigiosa sede dell’Unesco di Parigi, in occasione del progetto Montre moi qui tu es (in italiano “mostrami chi sei”), esibirà al pubblico le suggestive fotografie di quattordici studenti palermitani non vedenti e ipovedenti, allievi dell’Istituto dei ciechi “Florio e Salamone”, che attraverso il principio e la tecnica della camera oscura e l’utilizzo delle boite stenopeiche, sono riusciti a realizzare delle immagini in grado di raccontare un particolare momento della loro vita. Vincenzo Benigno, Filomena Autiero, Tiziano Ferraro, Antonino Pillitteri, Antonino Mazzara, Giorgia Inzinzola, Stefano D’Alessandro, Alessandra Di Peri, Claudio Romeo, Ignazia D’Agostino, Salvatore Renda, Antonella Noto, Carmen La Sala ed Elena Iacob sono la dimostrazione che anche ciechi e ipovedenti possono trasformarsi in abili fotografi. A dirigerli, gli istruttori francesi Francois Perri, Fausto Urru, Christine e Lea Talabard e il docente del primo atelier fotografico stenopeico italiano, Felice Gulotta, che ha premurosamente dichiarato: «Molti ragazzi non sono nati ciechi, ma hanno perso la vista successivamente, magari dopo alcune malattie. Per le loro foto, infatti, hanno scelto luoghi simbolo, i posti della loro vita da vedenti, la piazza in cui giocavano da bambini, la casa della loro infanzia. I loro ricordi erano nitidissimi. Per loro è stata un’emozione fortissima, per noi un momento molto toccante».

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La mostra verrà allestita tra un anno e sarà realizzata con i ragazzi dell’Association Dialogue de l’Image di Parigi e in partenariato con la Faf (Federazione dei Ciechi di Francia) nel quadro del programma “Label Paris Europe 2011”. L’impegno e il grande traguardo raggiunto da questi ragazzi sono la prova che, talvolta, la disabilità visiva può essere sconfitta dalla semplice voglia di mettersi in gioco, dando vita a sensazionali e singolari creazioni. L’intero panorama artistico, d’altronde, è ricco di straordinari talenti, che, a dispetto degli impedimenti causati dalla cecità, sono riusciti a lasciare il segno grazie a tenacia, determinazione e a quell’inesauribile desiderio di mettersi alla prova sconfiggendo i propri limiti. Quante voci sublimi di artisti non vedenti, ad esempio, ci hanno emozionato fino alle lacrime? Andrea Bocelli, Ray Charles, Stevie Wonder o Josè Feliciano, tanto per citarne qualcuno. Per non parlare di artisti sui generis, la cui cecità è riuscita a renderli celebri oltre ogni immaginazione, grazie ad una sensibilità sopraffina e alla capacità di saper scavare a fondo nell’animo umano, senza aver neppure mai visto con i propri occhi come sia fatto un uomo. Un recente caso è quello del giovane pianista giapponese Nobuyuki Tsujii, cieco fin dalla nascita, che con una grazia innata e un talento quasi surreale, ha stregato intere nazioni e ha vinto i più importanti concorsi pianistici del mondo. Evgen Bavcar, invece, è un celebre fotografo sloveno non vedente che, attraverso i suoi singolari scatti, riproponendo e raccontando il suo mondo perennemente plasmato dall’oscurità, è riuscito a trasmettere al pubblico un’intensità quasi magnetica: «La cecità – ha detto – non è un limite e, se glielo permetti, può trasformarti in un uomo».

Giusy Del Salvatore

Foto: http://www.istciechipalermo.it/

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