Quando Prometeo rubò il fuoco
A sua immagine e somiglianza…
Nel 1818, Mary Wollstonecraft Shelley pubblica Frankenstein, o il Prometeo moderno (Giunti Editore, 2007). Nell’immaginario comune il personaggio eponimo è il mostro, la cretaura a cui dà vita il vero Frankenstein: il dottor Victor Frankestein.
Traumatizzato dalla precoce morte della madre a causa della scarlattina, il giovane dottore svizzero si ammala di una malattia ben più grave: l’ambizione. In poco tempo, l’iniziale spinta delle sue azioni, trovare il modo per riportare in vita l’amata madre, passa in secondo piano: accecato da un delirio di onnipotenza, Victor cercherà di superare i limiti dell’uomo e di porsi nelle vesti di Dio per creare la vita umana. Così nascce la cretaura, il mostro che tutti temono e ripudiano per la sua bruttezza: una sorta di specchio del suo cretaore; buono nell’animo, riporta esteriormente il decadimento interiore del dottore. Altro “doppio” di Frankenstein è il personaggio di Walton, che del protagonista condivide età, brama di conoscenza e l’ambizione per cui saranno puniti: la vita di entrambi è segnata da un costante e lacerante viaggio. Non resta allora che imbarcarci in questo viaggio e vedere come saranno puniti…
Silvia Blakely