
Quando il Diritto difende il sentimento
Una recente sentenza emanata dal Tribunale di Varese ha riaperto il dibattito sul tema del sentimento per gli animali. Un esempio di Diritto a sostegno del valore intrinseco del legame tra l’uomo e i suoi amici a quattro zampe, che si rivela già in buona compagnia nel panorama italiano.
Lo scorso 7 dicembre il Giudice Buffone del Tribunale di Varese ha riconosciuto il diritto di visita ad un’anziana, ospite in casa di riposo, da parte del suo cane. Dopo aver abbandonato la sua abitazione per la fragilità delle condizioni di salute, la signora aveva espresso il desiderio di mantenere vivo il rapporto con il suo amico a quattro zampe, affidato alle cure di un’amica. Nell’atto il Giudice ha previsto che, se di ciò non potrà occuparsi direttamente l’amministratore che gestisce gli aspetti economici e patrimoniali della signora, l’amica che ha in custodia l’animale dovrà essere nominata ausiliaria dell’amministratore al fine di svolgere questo compito, aprendo l’accesso all’animale da compagnia nell’istituto, che fino a quel momento lo vietava.
Una sentenza emozionante, che difende il rapporto tra la signora e il suo animale in ragione della serietà e forza dello stesso, rispettando diritti e preferenze della donna fragile, con richiami alla stessa Costituzione che protegge il sentimento per gli animali quale “valore” e “interesse”.
Che il rispetto per i migliori amici dell’uomo sia parte della coscienza contemporanea oltre le definizioni normative ne è prova anche il “Regolamento per la tutela ed il benessere degli animali in città”, esecutivo dallo scorso marzo nel comune di Torino. Oltre all’impiego nella Pet Therapy, uno degli articoli sottolinea quanto gli animali possano essere preziosi alleati nella riduzione delle diverse forme di disagio, compresa la solitudine negli anziani istituzionalizzati.
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Agli ospiti autosufficienti che lo desiderano, è permesso l’accesso alle strutture residenziali di cura della città accompagnati dai propri animali domestici, preferibilmente nella propria stanza. La regolare convivenza potrà essere efficacemente controllata dai Servizi sanitari competenti, che suggeriranno strutture o locali appositi quando necessari.
La delicatezza delle tematiche, sostenuta dalla forza del loro valore, apre un ampio scenario di riflessione, che sembra muoversi dall’uomo all’animale, ma anche viceversa. La seconda direzione sembra essere particolarmente significativa proprio rispetto alle fragilità dell’essere umano, che può essere sostenuto dalla conservazione del legame con il proprio animale.
La nebbia – che rendeva difficile individuare i limiti, tutti decisamente umani, che troppo spesso proibivano la fruizione dello speciale rapporto – sembra aver già lasciato posto ad un cielo più terso, dove poter osservare nuove prospettive ed attuare soluzioni concrete nelle singole realtà, con l’aggiunto vantaggio di rinfrescare e rinnovare la consapevolezza comunitaria di ciò che è vera salute, benessere e qualità della vita.
Beatrice Sartini
Foto: http://www.flickr.com/photos/somethingintheair/2813857094