
Passaggio a Nosy Komba: un tripudio di colori, profumi e suoni
L’Africa è un pensiero, un’emozione, quasi una preghiera: lo sono i suoi silenzi infiniti, i suoi tramonti; quel suo cielo che sembra molto più vicino del nostro, perché si vede di più, perché le sue stelle e la sua luna sono più limpide, nitide, pulite: brillano di più. (cit.) (Foto: © Serena Cazzola)

Arrivo all’isola di Nosy Komba. Distesa di tovaglie bianche che, stese a perdita d’occhio, si aprono come un sipario.
Africa, Madagascar, isola dei profumi dello ylang ylang, dei lemuri, dei sorrisi dei bimbi che vi si affollano intorno in cambio di un cadeaux, ma soprattutto isola del MoraMora. Quest’espressione racchiude l’intera filosofia di vita del popolo malgascio e più che tradurla si impara, poiché il suo significato è “piano piano”: camminare piano piano, mangiare piano piano, ridere e cantare piano piano ma anche sviluppare relazioni piano piano, lasciando al tempo il suo giusto spazio affinché i rapporti crescano e si consolidino lentamente. La filosofia del moramora, seppur lontana e apparentemente non attuabile per noi europei, ti conquista lentamente e dolcemente, mostrandoti come sia bello vivere scoprendo e assaporando giorno dopo giorno la bellezza di ciò che ci circonda.

Un lemure. Macaco che popola l’isola malgascia e che, ghiotto di banane, risponde al richiamo del “maki maki”.
Siamo a Nosy Komba, la terra dei lemuri, quei simpatici macaco che popolano l’isola malgascia e che rispondono al richiamo del “maki maki”, ma soprattutto gioiello della natura incontaminata e selvaggia di questo pezzo d’Africa.
Il viaggio per questa piccola isola vulcanica del Madagascar, situata tra Nosy Be e la costa nord-occidentale, ha inizio in una modesta imbarcazione di legno che porta con sé il fascino avventuroso dei vascelli pirata. Durante il tragitto si ha l’impressione di essere cullati da una melodia delicata e costante, data dall’ondeggiare del mare che si scontra con il legno del battello e riecheggia ricadendo nel suo letto d’acqua. Avvolti da una sensazione di pace e armonia, il nostro sguardo è catturato dall’impalpabilità dell’azzurro circostante, indugiando sui pesci e sulle stelle marine che decidono di manifestarsi a noi man mano che ci avviciniamo alla terra ferma. La nostra barca appare come una finestra aperta verso il cielo che fa trasparire l’amore divino per ogni sua più piccola espressione.
Una volta approdati all’isola, l’immagine che si materializza ai nostri occhi è una distesa di sabbia bianca sulla quale fanno da ombra palme di cocco, baie e insenature di barriera corallina, ma anche lussureggianti colline verdi e foreste in cui riecheggiano i suoni dei suoi abitanti.

Bambini dell’isola di Nosy Komba.
Ad accoglierci, infatti, sono proprio le grida dei bambini malgasci, che, correndoci incontro e circondandoci affettuosamente, ci invitano a giocare e cantare con loro, ad acquistare le loro magiche collane di conchiglie che racchiudo il canto del mare. Inebriati dal clima festivo e dall’allegria dilagante, i piccoli malgasci pilotano il nostro cammino verso l’interno dell’isola, per scoprirne insieme a loro la bellezza e gli esemplari che la popolano.
L’isola si rivela con la maestosità di uno scenario teatrale, e superata la distesa di tovaglie bianche stese a perdita d’occhio, come un sipario che si apre, ciò che appare è una terra che racchiude in sé le meraviglie del creato, quelle meraviglie per le quali ogni nostro senso si mette subito all’erta per poterne captare ogni più piccola sensazione. A colpire maggiormente è l’intensità dei colori, suoni e profumi che in un turbinio di emozioni elevano ogni nostro senso nello sforzo di catturare ogni dettaglio dell’isola. L’olfatto è pizzicato dal gradevole profumo delle bacche di vaniglia adagiate al sole a essiccare, la vista catturata dal circostante verde rigoglioso, e l’udito investito dalle incessanti risa dei bambini che si affollano intorno al turista in cerca di avventura, di storie nuove, di oggetti diversi.

Lo skyline dell’isola di Nosy Komba. “Il confine tra cielo e mare”.
Camminare lungo sentieri disseminati di fogliame e piccole forme di vita, ascoltare i racconti di chi in quest’isola vive, sedersi all’ombra di una palma in loro compagnia sorseggiando una dissetante bibita e respirare il profumo dei fiori; tutto ciò permette di capire quanto immensa sia la bellezza di questa terra e quanto l’amore di chi ci ha dato tutto questo.
La sensazione provata in questa lunga giornata a Nosy Komba regala riflessioni profonde che si innalzano al cielo, a questo sconfinato spazio blu che si fa tutt’uno con l’oceano, conducendo il nostro pensiero a ringraziare, come in una preghiera, per l’immacolata bellezza che ci circonda e che ci è stata donata.
Come in un dipinto di William Turner, la gioia e la brillantezza di questi colori offrono una visione suprema della natura, che l’uomo non può dominare, per lasciare spazio a una bellezza in cui il tempo sembra essersi fermato e il cuore è colmo di serenità.
Nosy Komba è un’isola magica e incontaminata, in cui permea il desiderio di salvaguardare la natura e la cultura dell’uomo. E se la ricchezza di un uomo sono i pensieri del suo cuore, questo viaggio insegna ai nostri cuori la filosofia di vita del MoraMora.
Serena Cazzola