Parole quadrate

Nove immagini si incontrano con le parole in un reticolato di storie, emozioni, simboli. Nove come i mesi necessari per la nascita di una nuova vita. Nove come il superamento della creazione. Nove come simbolo di realizzazione. Niccolò Rossi propone domande che generano altre domande.

Dowels

Osservando le opere di Niccolò Rossi non si può fare a meno di fermarsi a pensare a ciò che le fotografie riflettono su di noi. L’autore ha immortalato immagini, scorci cittadini e pensieri fluttuanti, racchiudendoli in nove quadrati composti a loro volta da nove fotografie che raccontano storie, stati d’animo, emozioni.
L’idea del quadrato nasce per cercare di regolarizzare ciò che in natura sarebbe informe e caotico, come le nostre emozioni, e allo stesso tempo dimostrare come decine di mondi possono prendere forma dall’ordine stesso.
Così come nell’opera di CalvinoLe città invisibili”, il Gran Kahn è ossessionato  dall’idea di ordine che non riesce a stabilire nel suo impero per via della sua vastità, nello stesso tempo viene tranquillizzato da Marco Polo e dalle narrazioni dei suoi viaggi che raccontano le storie che in essi accadono.
La mostra fotografica “Parole quadrate” fa parte della collettiva “Le città invisibili”, aperta dal 13 al 23 gennaio presso il centro “Sassetti Cultura” di Milano.
Niccolò, più che cercare di darci delle risposte, ci munisce di ulteriori domande le cui risposte possono essere diverse per ognuno di noi. Ci pone davanti il proprio stato d’animo, puro ed evidente, pur non precludendo altri tipi di comprensione.

Questions

Le opere parlano di mondi sospesi, di tasselli che prendono forma secondo la nostra immaginazione, paesaggi incolori che suscitano emozioni incolori.
Come dice l’autore, “la compenetrazione tra parole e immagini vuole orientare o confondere il pensiero di chi sta al di là, ai confini del quadrato. Di chi forse vorrebbe esserne parte, oppure solo muto osservatore”.
Ed è questo che accade tutti i giorni, passeggiando per la città e magari non facendo mai caso a un determinato scorcio, a una determinata luce o a un determinato riflesso e che quindi ci fa conoscere la città in modo differente rispetto a chi ci precede o chi ci sta intorno.
Segni di passaggi umani, di attività che non vediamo, ma intuiamo. Come dice Calvino: “raramente l’occhio si ferma su una cosa, ma succede quando l’ha riconosciuta per il segno di un’altra cosa”. I dettagli di un mondo che racchiude altri mondi interpretabili grazie a dettagli che sono attorno a noi, spesso invisibili.

Colorless moods

La soggettività sta alla base di tutto, è la cosa che fa girare il mondo per il verso in cui gira, nel bene o nel male. Cosi come nell’opera “Influences” possiamo notare come le nostre percezioni possono cambiare osservando il mondo da un’altra prospettiva.
Con l’opera che mi ha colpito maggiormente, “Questions”, Niccolò osserva e immortala le immagini più comuni che possiamo vedere in una grande città e si chiede – chiedendolo a noi, di conseguenza – se tutto quello che vediamo è davvero quello che ci fanno credere.
L’immagine di un sole che fa capolino da un lato di un palazzo ci fa chiedere se quel sole stia nascendo o stia scomparendo; un alto grattacielo ci fa domandare se questa sia davvero il progresso che avanza oppure che si nasconde dietro la modernità. L’immagine di una recinzione ci fa domandare se ci troviamo all’interno o all’esterno di questo mondo.
Varie volte mi è capitato di parlare con persone che come me hanno visitato nello stesso periodo e per lo stesso numero di giorni una città o una località e per un momento mi è sembrato che avessimo visitato due città diverse. Tutto questo dipende dal modo in cui ci poniamo di fronte alla vita e al mondo, dalle nostre aspirazioni e dalle nostre idee.
Ci sono decine e decine di realtà diverse che fanno parte dello stesso quadrato. Sta a noi scoprirle e renderle nostre ed emozionarci ogni volta che ci troviamo davanti qualcosa che ci permette di pensare all’immensità e alla bellezza del mondo in cui viviamo e alle migliaia di sfaccettature che ci propone, spesso in maniera invisibile.

Francesco Longo

Tutte le immagini sono di proprietà dell’artista e sono state tratte da: www.behance.net/creativamente

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