Sono fuori di me!

Motivarsi, informarsi, agire: il proprio contributo al “1billionhungry project” non è solo partecipazione emotiva. E inizia con una semplice e decisiva azione: la firma della petizione per la lotta alla fame, che ha davvero bisogno del contributo di tutti. (Foto: Facebook, The 1billionhungry project)

Un fischietto giallo stride assordantemente e ci infastidisce. Così potrebbe risuonare dentro di noi la notizia che soffrire la fame cronica è la vita per un miliardo di persone nel mondo.
Se una realtà del genere è inaccettabile, allora possiamo pensare di fare qualcosa proprio adesso.
I siti dedicati al movimento “1billionhungry project” iniziano con la proposta di cinque video, semplici e diretti, di cui due particolarmente comunicativi il senso della movimentazione.
Nel primo la cantante Delta Goodrem ci confida di avere un problema: deve scegliere se mangiare sushi o pasta stasera. Sorride tristemente, pensando a quanto ciò sia insignificante, mentre immagina l’esistenza di un’altra Delta in qualche posto nel mondo, che alla sua stessa età sta vivendo un problema ben diverso, perché davvero può costarle la vita: non ha mangiato nulla e non sa quando lo farà. Oggi è però un “giorno fortunato” per la povera omonima, che sta già addentando una mela marcia, trovata cercando cibo tra la sporcizia.
Nel secondo un incredibile Jeremy Irons, attore e ambasciatore di buona volontà della FAO – riprendendo l’interpretazione di Peter Finch nella famosa scena del film Network (Quinto potere) – tormentato dall’assurda realtà della fame nel mondo e dall’approccio dei Paesi ricchi a essa, esplode furibondo, gridando «I’m mad as hell!», spingendoci ad arrabbiarci e a non starci più.

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I media lavorano incessantemente per motivare e informare quante più persone dell’esistenza del movimento: le informazioni corrono su giornali, siti, blog, attraverso le voci di giornalisti, personaggi famosi e ambasciatori di buona volontà. Anche la tecnologia ha portato il proprio contributo, grazie ad un’applicazione per l’iPhone che trasforma un soffio nel suono del fischietto giallo, simbolo della campagna. Il messaggio cresce e potenzia la sua azione nei social network, che abbracciano un’enorme comunità di persone che seguono e organizzano eventi e manifestazioni pubbliche per facilitare il passaparola del messaggio nel pianeta: circa 350.000 viste su YouTube, 88.000 amici su Facebook e 4000 su Twitter.
«Noi che sosteniamo questa petizione troviamo inaccettabile che quasi un miliardo di persone soffrano cronicamente la fame. Attraverso le Nazioni unite, sollecitiamo i governi a dare priorità assoluta all’eliminazione della fame fino a che questo obiettivo non venga raggiunto».
Consapevoli, concrete e determinate le parole della petizione, che ormai è diventata il movimento di chi crede che sconfiggere la fame sia possibile.
A oggi 3.396.119 persone hanno già firmato. E continuano ad agire, portando idee e unendosi a quelle proposte dai siti www.1billionhungry.org e www.endinghunger.org.

Beatrice Sartini

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