Monti, la svolta?
Il nuovo governo vara il decreto-anticrisi: riuscirà, nell’impresa “salva Italia”?
Diceva Alcide De Gasperi: «Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alla prossima generazione». A leggere bene il testo della manovra, approvato ieri alla Camera, verrebbe da chiedersi se il senatore-presidente del Consiglio incaricato, Mario Monti, sia più un politico o più uno statista.
Il segnale della svolta è arrivato con la decisione di incontrare subito giovani, donne, associazioni e volontari per guardare con lungimiranza al bene del Paese. Monti ha detto: «Ascoltare quello che dicono i giovani e le donne vale, anche qualche ora in più nelle consultazioni». Che l’abbia detto per captatio benevolentiae o no poco importa, perché intanto li ha ascoltati, e non si è fatto ascoltare. L’importante è ascoltare.
Ecco di seguito alcune linee guida delle misure varate dal Governo: il ritorno dell’Ici sulla prima casa, accompagnato da una rivalutazione delle rendite catastali, la patrimoniale, la stretta sulle pensioni d’anzianità. Sono questi i punti dell’agenda economica del nuovo esecutivo guidato da Mario Monti. Oltre a pareri favorevoli, la manovra Monti non ha mancato di suscitare distinguo e contrarietà. Vedi sindacati, alcuni partiti anche i più radicati, come la Lega, oppure altri in cerca di visibilità come, Idv e Pdci.
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Con l’approvazione di ieri alle Camere del decreto anti-crisi, la politica italiana entra in una fase nuova e il Paese imbocca la strada della svolta. Verso dove, non si sa ancora.
Quel che è certo, è il cambio di stile, il cambio di passo, il “taglio” e lo “spessore”, anche culturale del premier e del suo governo, rispetto a quello precedente e a quelli degli ultimi diciotto anni.
Non c’è solo una pesante crisi economica e politica, ma una crisi di fiducia, una crisi morale che grava sulla politica e sulla cultura dei cittadini. Non se ne uscirà indenni. Il Paese non sarà più come prima. Non c’è solo lo spread: serve una risposta economica, sociale e culturale alla crisi italiana.
Il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha evitato la catastrofe. Ora tocca a Monti iniziare il tratto di strada in salita.
La politica, ma dov’è ora? Questa politica ha fallito, è stata cancellata, è solo spettatrice, costretta, per la propria inconsistenza e irresponsabilità, a passare la mano. Ora ha il dovere di rifondarsi, ripartendo da zero, altrimenti il rischio per l’Italia è quello di uscire, oltre che dalla crisi economica, anche dalla democrazia.
Sabrina Canzano
Foto: http://www.flickr.com/photos/michele_ficara_manganelli/6358707683/