Malattie neurologiche in pediatria: nasce la prima rete per la raccolta di informazioni e immagini cerebrali

Cause, fattori di rischio e diagnosi. Fondamentale è il ruolo dello specialista.

Nasce in Italia la prima rete per le malattie neurologiche in pediatria. La prima in Europa. Il progetto, finanziato dal Ministero della Salute, vedrà il coinvolgimento dei migliori centri di neuroradiologia pediatrica impegnati nella raccolta di informazioni e immagini cerebrali di bambini affetti da rare patologie di origine neurologica. Lo scopo è quello di mettere a confronto queste immagini, ottenute mediante risonanza magnetica, con altre di coetanei sani nella speranza che questo possa aiutare a giungere a una “diagnosi” che nel 50 per cento dei casi non arriva mai o arriva tardivamente. Si tratta, nella gran parte dei casi, di malattie molto gravi, quasi sempre degenerative e fortemente invalidanti,  che vedono le famiglie di questi “piccoli” impegnate in una lotta difficilissima: le terapie realmente efficaci sono poche. Molte volte non è neppure possibile sapere cosa riserverà loro il futuro. Per questo motivo la nascita della rete di centri specializzati d’Italia. Moltissimi gli istituti coinvolti, un’esperienza unica in Europa. La raccolta e l’elaborazione di dati sarà effettuata, infatti, dai migliori centri di neuroradiologia pediatrica italiani, dotati di strumentazioni di risonanza magnetica di altissima potenza e precisione.
Tra questi l’Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi” di Milano, capofila del progetto. Coinvolti anche l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico “Eugenio Medea” di Lecco, il “San Raffaele” di Milano, il “Bambin Gesù” di Roma e alcune strutture del Sud.
Verranno impiegati strumenti di risonanza magnetica da 3 Tesla, molto avanzati, ma autorizzati in Italia solo per la ricerca e non per la clinica (dove il limite è di 2 Tesla). Questo per arrivare a formulare una diagnosi quanto più precisa e dettagliata possibile che permetta di individuare sin da subito il tipo di terapia e di riabilitazione.  Il progetto di rete, avrà uno stanziamento di oltre un milione e mezzo di Euro.
«È una grande sfida – spiega al Corriere della Sera il dottor Fabio Triulzi, uno dei maggiori esperti del settore – Nell’universo dei disturbi mentali c’è molto da scoprire, i casi di ritardo cronico sono la maggioranza. I genitori cominciano a girare, a bussare a tutte le porte senza arrivare mai ad ottenere una risposta».
Ecco perché la creazione di questo primo database ha un’importanza speciale.
Il 50 % delle malattie rare coinvolgono il sistema nervoso centrale.
C’è bisogno di scambiare informazioni, mettendo da parte le gelosie. Unire le risorse è fondamentale, in altre parole, è necessario fare massa critica, riunire in un unico archivio tutti gli indizi che possono portare alla diagnosi. «Nella maggior parte dei casi – aggiunge Triulzi – riusciamo a vedere qualche minimo dimorfismo cerebrale. Dobbiamo sfruttare al massimo la tecnologia. Formulare una diagnosi significa mettere a fuoco il tipo di terapia (se esiste) e di riabilitazione, informare la coppia dei rischi di un’eventuale, successiva gravidanza e poter dire di più dal punto di vista della prognosi».
I centri saranno collegati attraverso un sistema a banda larga.

Sabrina Canzano

Foto: http://www.flickr.com/photos/67753119@N00/287666443/

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