Ma che caldo fa!

Il mondo sembra precipitare verso cambiamenti climatici irreversibili. Secondo Greenpeace, il 2010 è stato l’anno più caldo da quando si fanno misurazioni scientifiche delle temperature. Ma perché lamentarci, forse che non abbiamo sognato da sempre un’eterna primavera?

Rispetto alla fine dell’Ottocento la Terra è oggi più calda di circa 0,7 gradi. Ai ritmi attuali, la crescita della temperatura nei prossimi anni potrebbe essere di 0,2 gradi per decennio e raggiungere tra 1,8 e 4 gradi centigradi di aumento globale alla fine del secolo. Il Sud dei continenti diventerebbe un deserto, i ghiacciai si scioglierebbero, alcune terre sarebbero sommerse, alcune specie animali si estinguerebbero. Una vera apocalisse! D’altronde le nostre mamme ce lo dicevano continuamente di spegnere la luce quando non serviva, di non tenere la stufetta accesa e la finestra socchiusa e di chiudere il rubinetto dell’acqua mentre ci lavavamo i denti. Certo la maestra ci aveva anche insegnato che la Terra ha una grande capacità di assorbire anidride carbonica, ma forse con i gas serra abbiamo esagerato un po’, così come con la distruzione delle foreste e con lo sfruttamento incondizionato delle risorse del Pianeta. E già… il profitto, la crescita continua… lentamente senza accorgersene ci siamo trovati in una situazione irreversibile. Bella eredità da lasciare ai nostri figli! Noi: i Figli dei fiori, i Peace and Love, i Verdi, i paladini dei diritti della Terra.

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Il National Geographic di ottobre ammonisce: «Alla fine del Paleocene la Terra era molto più calda di oggi e priva di ghiacci. 56 milioni di anni fa un misterioso incremento del carbonio nell’atmosfera fece impennare le temperature. E la vita cambiò per sempre. Potrebbe accadere di nuovo?». Ecco allora riaffiorare, con un senso di colpa quasi mistico che teorizza il Pianeta come essere supremo e gli uomini come dei semplici parassiti, la teoria dell’eterno ritorno di Nietzsche o, in ambito fantascientifico, di Lovecraft: «Ciò che è risorto può sprofondare, ciò che è sommerso può riemergere. Niente può fuggire al divenire della materia cosmica, dove solo l’eterno ritorno del caos, pienamente sovrano, è l’esclusivo regnante».
Al Gore, premio Nobel per la pace nel 2007, con il Comitato Intergovernativo per i mutamenti climatici dell’ONU, ha stimato solo otto anni di tempo per bloccare la crescita mondiale dei gas serra. Non mancano però i negazionisti secondo i quali il riscaldamento globale è una grande bufala che nasconde specifici interessi economici.
Impatto zero
, zero emission, m’illumino di meno, molte sono le iniziative, anche individuali, mirate a ridurre l’impatto ambientale. Ad esempio, Steven Vromman, cittadino belga, conosciuto come Low Impact Man, Colin Beavan che ha vissuto per un anno a New York in maniera ecosostenibile, Paola Maugeri, conduttrice radio-televisiva, per tre mesi protagonista del reality La mia vita a impatto zero, hanno provato a vivere con un’impronta ecologica bassissima, mantenendo, comunque, una buona qualità della vita.
Se per i politici la scienza è un affare economico, per gli scienziati lo scetticismo è un metodo operativo. Intanto, noi cittadini qualunque abbiamo il dovere etico di prendere coscienza dell’unicità di persona e ambiente. Ma siamo veramente pronti a cambiare stile di vita?

Erino Poli

Foto: http://www.flickr.com/photos/otomatuah/151933649/sizes/z/in/photostream/

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