Lunga vita al rock?

Riflessione sullo stato della musica rock, “sotterranea” espressione di un pensiero, ancora una volta, libero e indipendente. (Foto: Flickr cc hrdrck)

Rock. Parola abusata, osannata, deprecata, desiderata, incompresa, affermata, negata. Parlare di rock oggi non è facile. Il panorama musicale mondiale offre una tale quantità di materiale, che è difficile avere un quadro chiaro dei fenomeni musicali attuali.
Gino Castaldo, in un recente articolo su “Repubblica”, ha sostenuto che il rock è morto, non vende, non accompagna le grandi rivoluzioni del momento, non è più portavoce di una gioventù ribelle.
Effettivamente, se si scorrono le classifiche musicali italiane, il risultato che se ne trae è chiaro: tra i singoli più venduti al momento si piazza, al primo posto, il tormentone del momento Ai se eu te pego, seguito a ruota dai nuovi “prodotti” di X-Factor, Francesca Michielin e I Moderni. Anche nelle classifiche delle altre nazioni, USA compresi, il rock rimane in sordina e dominano Adele e David Guetta, Rihanna, Flo Rida e Kate Perry.
Eppure il panorama rock attuale non sembra del tutto sopito: nella chart degli album più venduti in Italia troviamo al primo posto i Litfiba col nuovo album Grande nazione, poi i Coldplay, Marinai, Profeti e Balene di Vinicio Capossela, gli onnipresenti Vasco Rossi e Ligabue. Al di fuori delle classifiche, il mondo della musica rock italiana pullula di nomi nuovi e interessanti. Gruppi alternativi come I Cani, cantautori dai testi ironici e taglienti come Brunori Sas, Dente, Alessandro Mannarino, non scalano le hit parade e non sono passati dalle radio, ma sono molto apprezzati da un certo pubblico giovane che affolla le loro esibizioni live. Poi ci sono i “classici” Afterhours, Marlene Kuntz, Baustelle, Verdena, che stupiscono con testi significativi e melodie originali.
Le canzoni del rock italiano parlano d’amore, di sentimenti, ma anche della società moderna, delle sue contraddizioni. Velleità de I Cani, ad esempio, prende in giro gli stereotipi di un sistema i cui valori fondanti sono il sesso e il denaro. Gli album dei Baustelle sono pieni di riflessioni sul mondo attuale, i loro testi sono spesso metafore del modo contemporaneo di approcciarsi all’amore, alla morte, alla sofferenza. Il singolo dei Litfiba che dà il titolo al loro nuovo album, Grande nazione, è una satira sull’Italia e la sua situazione politica e sociale.
Insomma, il rock parla ancora. E l’affermazione vale anche per quello internazionale. Band trascinanti come i Coldplay, gli U2, i Pearl Jam sono da molti anni impegnati nel promuovere campagne sociali e politiche, gruppi alternativi come i Rage Against the Machine scelgono per i loro testi temi fortemente politici, band giovani come gli Arcade Fire parlano di cambiamenti climatici, guerra, attualità.
Il rock, dunque, rispecchia la molteplicità di prospettive del mondo contemporaneo. È ancora oggi espressione di un disagio, è un’attitudine, un modo alternativo di approcciarsi al mondo. È vero che spesso vive e si afferma al di fuori delle classifiche ufficiali, di certi schemi imposti dal mercato, all’interno di canali alternativi. Ma così facendo testimonia un tipo di cultura giovanile che cerca di andare oltre gli stereotipi fissati dalla televisione, dalla radio, dal mondo di internet, che tendono a massificare e ad appiattire gusti, pensieri, emozioni. Il rivoluzionario messaggio del rock continua a coincidere con il pensiero libero e indipendente.

Silvana Calcagno

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