Le multiformi suggestioni del “Festival della letteratura di viaggio”
Il “viaggio” si racconta in un festival che ne celebra le infinite suggestioni, tra libri, film, foto e musica. Per saperne di più, abbiamo intervistato Antonio Politano, curatore della manifestazione.
Anche quest’anno, il “Festival della letteratura di viaggio” si è tenuto a Roma dal 29 settembre al 3 ottobre nella suggestiva cornice di Villa Celimontana, dimora d’epoca destinata a giardino pubblico. Il valore aggiunto della manifestazione è forse proprio la creazione di quella che Antonio Politano, curatore dell’evento, definisce come la “casa del viaggio”, un luogo dove «si produce una magica alchimia tra invitati, autori e pubblico, senza che vi sia una contrapposizione tra chi propone le cose e chi ne fruisce; in questa casa si finisce con l’essere tutti un po’ imparentati a causa della comune passione per il viaggio», sottolinea il curatore della manifestazione. Una casa “aperta” in tutti i sensi: per questo l’ingresso agli eventi è stato gratuito.
//
“Viaggio in Italia, Viaggi degli Italiani” è stato il titolo dell’edizione 2011, in omaggio alle celebrazioni per i 150 anni d’unità d’Italia, anche se «quella del viaggiatore è una categoria universale – precisa Politano – cui stanno strette schematizzazioni legate alla nazionalità». D’altro canto, chi potrebbe essere conscio di ciò meglio di questo giornalista e fotografo “di razza”, che ha fatto di una passione, il viaggiare, anche la sua professione? La manifestazione è giunta al suo quarto anno di vita e «sogni anno c’è un cambiamento strutturale a caratterizzarla, ma è giusto che l’anima resti la stessa, celebrando lo spirito del racconto del mondo e nel mondo, lontani o vicini a casa che sia». Fitto il calendario degli appuntamenti del Festival. Circa una trentina gli eventi in programma: dalla mostra dedicata a due epici viaggiatori marchigiani in Asia, il gesuita Matteo Ricci del sedicesimo secolo e l’orientalista Giuseppe Tucci del ‘900, alla rassegna fotografica “Encerrados, viaggio nelle carceri sudamericane” con fotografie scattate nel corso di un decennio da Valerio Bispuri, alle suggestioni di “The liquid stage – Storie di uomini e acque”, una mostra fotografica collettiva, dedicata al rapporto uomo-acqua.
Anche il viaggio ha i suoi “cantori”. Quest’anno le sonorità sono state barocche, ma quelle più moderne e popolari saranno la vera sfida dell’edizione del 2012, in linea con la vocazione del Festival: «Sarebbe bello l’anno prossimo avere nella manifestazione un cantautore di qualità, di quelli che hanno nel loro repertorio canzoni che pongono il viaggio al centro delle loro liriche – rivela Politano – Fossati potrebbe essere l’ideale sotto questo aspetto, ma penserei anche ad un Battiato, che spesso ci ha portato lontano nello spazio con la sua musica». Musica, quindi, ma anche immagini e parole: tutto questo è stato e sarà il Festival, a evidenziare che il viaggio è spesso un’articolata metafora del nostro stesso percorso terreno, un variegato mix di oggettività (luoghi, culture, genti) e soggettività (sensazioni, emozioni, ricordi), che dà forma a un itinerario che nasce dalla realtà esterna per trovare poi adeguato completamento dentro di sé.
Raffaele Basile
Foto: www.festivaletteraturadiviaggio.it