L’avanzata delle destre in Italia: quando l’indignazione diventa estremismo

Può la globalizzazione rappresentare una minaccia per la democrazia? L’avanzata dell’estrema destra nell’Europa del XXI secolo non risparmia neppure l’Italia, dove non mancano i segnali di crescita di un estremismo violento che si nutre dei malumori sociali ingenerati dagli effetti di una crisi politica, economica e culturale. (Foto: Flickr cc intermundia)

Nell’Europa del XXI secolo l’avanzata anche parlamentare dell’estrema destra sembra avvantaggiarsi del disagio sociale innescato dai processi di globalizzazione politica, economica e culturale: dal partito ungherese dello Jobbik, a quello tedesco del NPD, al Fronte Nazionale francese di Le Pen, organizzazioni di vario tipo, partitiche e non, inneggianti al nazionalismo e all’antieuropeismo, fino al razzismo e alla xenofobia vera e propria, raccolgono oggi consensi più o meno ampi. E in Italia?
In occasione della manifestazione di Roma del 15 ottobre 2011 circa 200.000 indignados manifestavano pacificamente contro le lobby finanziarie che stanno indebitando il mondo chiedendo più giustizia economica; ma poche decine di esponenti della frangia estremista dei black bloc si infiltravano nel corteo causando violenti scontri e danni a cose e persone. Si ripeteva a Roma la stessa scena già vista nel luglio precedente: in Val di Susa una manifestazione pacifica di migliaia di cittadini contro la Tav era già stata incendiata da un centinaio di black bloc. Un altro dei veicoli usati dall’Internazionale estremista è il gioco del calcio: si pensi agli episodi di violenza provocati nel 2010 dagli ultras serbi che accompagnavano la loro nazionale a Genova.
Ma con il termine “estrema destra” ci si riferisce non solo a movimenti e organizzazioni non partitiche (come i gruppi di skinhead e i black bloc), ma anche a varie forze attualmente presenti nel panorama politico italiano (come Movimento Sociale, Forza Nuova, La Destra). Temi e linguaggi adottati li accomunano: se da una parte, infatti, la propaganda sulle conseguenze negative della globalizzazione si ispira a tematiche sociali e di difesa delle classi subalterne, vicine a quelle della sinistra, dall’altra tuttavia nelle soluzioni da adottare contro la globalizzazione il riferimento è ad un ritorno ai valori tradizionali e ad un forte nazionalismo e protezionismo economico. Tali contraddizioni interne all’estrema destra italiana sono del resto riconducibili alle sue stesse radici storiche, con la convivenza di due anime, una più liberale e liberista, nazionalista e conservatrice, una più sociale. In generale la globalizzazione viene descritta dalle organizzazioni di estrema destra con numerosi riferimenti alla teoria cospirativa: spesso infatti è presentata come una misteriosa coalizione di forze economico-politiche che complotta per distruggere e mischiare le razze, creando una società indifferenziata, votata al consumismo. Tra le forze oscure della globalizzazione figurano i capitalisti americani, con il loro potere arrogante e imperialista, le istituzioni internazionali (FMI, Banca Mondiale, WTO) ed europee, accusate di portare avanti una politica neo-colonialista che utilizza lo strumento del debito pubblico per affamare i popoli del mondo; infine la classe politica nazionale, sia di destra che di sinistra, che invece di difendere gli interessi nazionali, aprirebbe i confini alle multinazionali e agli immigrati che danneggiano la cultura nazionale tradizionale, e gli stessi no-global, definiti “pupazzi” e “alleati” delle forze della globalizzazione, che proporrebbero una opposizione falsa e poco pericolosa. Al contrario, i militanti di estrema destra sono spesso descritti come valorosi combattenti che non piegano la testa, guerrieri della strada che proteggono le vittime del complotto della globalizzazione.
Ma che effetto hanno le modalità di protesta, talora violente e distruttive, di questa estrema destra sulla rappresentanza democratica? Dietro al coro unanime che condanna il ricorso alla prevaricazione della legge per combattere la legge stessa, una riflessione è d’obbligo: l’estrema destra emerge ed ha successo quando si dà voce e corpo alle frustrazioni latenti della popolazione.

 Carmela Bafumi

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