La comunicazione va a ondate

Studiando il ciclo delle informazioni, è emerso che nonostante gli invalicabili ritmi circadiani, la comunicazione tra gli individui è incostante e ricca di imprevedibili correlazioni: dopo l’interesse per una notizia si passa al silenzio per poi ritornare bruscamente all’attività informativa.

I ricercatori dell’Università Carlos III di Madrid, in collaborazione con l’azienda Telefònica, hanno condotto un’indagine per comprendere le modalità con cui si propagano le notizie, le opinioni, le ideologie politiche, le informazioni commerciali e i pettegolezzi. Dopo una prima occhiata ai risultati, i ricercatori hanno metaforicamente dichiarato: «Con le tempeste le informazioni viaggiano più veloci. Quando comunichiamo, quiete e tempesta si alternano». In altre parole, comunichiamo tanto e in poco tempo, producendo una vera e propria raffica di informazione che in Inghilterra chiamano “bursts”.
Come è stato condotto lo studio? Per un periodo di undici mesi, i ricercatori universitari hanno analizzato ben nove milioni di chiamate, ossia un volume di traffico telefonico, prodotto da venti milioni di persone, pari a quello che viene prodotto dal 30% della popolazione spagnola. Il progetto è stato curato dalla ricercatrice Giovanna Miritello, la quale ha affermato: «Chiamiamo tanto e in poco tempo, poi passiamo periodi di inattività per poi tornare a chiamare. Questo carattere di discontinuità si ripresenta con tutti i contatti, siano essi familiari, amici, colleghi o conoscenti. Certo, chiamerò più spesso il mio fidanzato e meno l’amica di allenamento, ma in entrambi i casi il ritmo della comunicazione sarà incostante. È stato anche osservato che i ritmi circadiani, ossia il ritmo sonno-veglia, sono imprescindibili».
Quali sono i giorni in cui si chiama di più? Sicuramente il lunedì e il martedì, soprattutto perché le telefonate spesso e volentieri sono utilizzate a scopo lavorativo. L’arco di tempo della giornata in cui le chiamate si concentrano va dalla mattina presto all’ora di pranzo. Dopo si registra una diminuzione. Dal tardo pomeriggio alle prime ore della notte si osserva un ulteriore incremento della comunicazione telefonica che si arresta definitivamente solo quando si dorme.
La Miritello, tuttavia, svela un dato importante: «Tra le telefonate esistono correlazioni. Se ricevo una chiamata, probabilmente ne faccio un’altra subito dopo. Se per esempio mi sto organizzando per uscire con un gruppo di amici, è probabile che chiami e venga chiamata tanto in un breve periodo di intensa comunicazione».
Nel contorto tunnel delle informazioni un ruolo fondamentale è giocato dal livello di attenzione e tolleranza. Eh già, se si viene a conoscenza di una notizia in un periodo di forte attività, grazie al forte flusso di telefonate è possibile trasmetterla in tempo reale ad altri destinatari. Se la stessa notizia, invece, dovesse essere appresa in un periodo di inattività, resterebbe solo un’informazione di nostro possesso non divulgata ad altri individui. A tal proposito, la ricercatrice fa sapere che la stessa università sta conducendo un nuovo interessante studio sull’economia dell’attenzione, poiché è risultato che per chi chiama al costo della bolletta si aggiungono costi fisici, come la stanchezza, oltre che costi temporali, visto che, se  da un lato “una telefonata allunga la vita”, dall’altro sottrae sempre tempo ad altre attività.

Giusy Del Salvatore

Foto: http://www.flickr.com/photos/44442915@N00/4960579336

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