La biografia di personaggi famosi fra corrispondenza e aspetti della vita quotidiana

Nella biografia di personaggi famosi e nell’eccezionalità delle loro vite, spesso essi sono trasformati dall’immaginario collettivo in un mito quasi irraggiungibile. Attraverso la loro vita quotidiana, che trapela soprattutto dalla corrispondenza e da notazioni varie, si va oltre il mito scoprendo aspetti che ce li rendono quasi familiari.

Guerrina Casadei Zaffagnini, Virginia Woolf, vita e percorso artistico attraverso le lettere, 1888-1941

La biografia di personaggi famosi è spesso artatamente costruita per accentuare quell’aura di eccezionalità che, nell’immaginario collettivo va ad alimentare il mito, finendo così con l’allontanare il personaggio più che aiutare a comprenderne il percorso di vita.
Ciò che può renderci più vicina e comprensibile la loro vita è avere la possibilità di coglierli attraverso un osservatorio dall’ottica più limitata e minimalista quale può essere la quotidianità delle loro giornate e l’intercorrere dei rapporti famigliari piuttosto che quelli della cerchia delle amicizie e delle frequentazioni.
Oggigiorno, questa possibilità può essere più difficoltosa perché i mezzi di comunicazione sono diventati più rapidi e più dispersivi, ma là dove il percorso di una vita è stato tracciato anche dalla quotidianità di una corrispondenza ecco che, al di là del mito, è possibile cogliere quegli elementi più intimi che fanno del personaggio una persona ben più vicina a noi tutti.
Si scopre, così, dietro una scrittrice giudicata “difficile” e legata all’esclusività di una cerchia intellettuale, quale può essere Virginia Woolf, la riflessione critica e pungente di una donna che, imitando in modo caricaturale un’opera per lei non eccelsa di una cerchia di poeti che aspiravano alla gloria, fa così scrivere all’amica Nelly Cecil:
«Qui giace una povera donna che era sempre stanca / Viveva in una casa dove non si prendevano domestici / Le sue ultime parole furono: “Amico mio, me ne vado / dove non si fa il bucato, non si spazza e non c’è da cucire; / Ma tutto là è secondo i miei desideri / Perché non si mangia, non si lavano i piatti /… Non piangermi adesso, non piangermi mai; / Me ne vado a non far niente per l’eternità”».
Così come, in una lettera al marito, emerge il desiderio quasi umorale di leggerezza insieme con un eloquio che nel flusso dei pensieri discontinui va tradendo anche la fragilità psicologica che caratterizzerà tutta la sua vita: «… Voglio un mare di pettegolezzi. I denti di Ottoline per esempio se li è fatti fare nuovi? Mi è anche venuta un’idea brillante. Facciamo tutti una colletta e compriamo un pappagallo per Clive …».
O ancora rivolta a Margaret Davies, segretaria del movimento per il suffragio femminile, dove fa emergere quanto le sia incomprensibile la guerra: «Divento sempre più femminista a causa del Times che leggo a colazione chiedendomi come quest’assurda invenzione maschile (la guerra) possa durare un giorno di più, senza che qualche giovane donna vigorosa ci chiami a raccolta e la faccia smettere. Riesci a vederne il senso?»
Fino al commiato finale, quando travolta dalla recrudescenza della sua malattia psichica, decide di uscire dalla scena della vita e rivolge nell’ultima lettera al marito parole di profondo affetto e riconoscimento:
«Carissimo … sei stato in ogni senso per me tutto ciò che una persona può essere … non riesco più a combattere … quello che voglio dirti è che devo a te tutta la felicità che ho avuto nella mia vita … Non credo che due persone avrebbero potuto essere più felici di quanto lo siamo stati noi.».
Questi, alcuni passaggi tratti da Virginia Woolf, vita e percorso artistico attraverso le lettere, 1888-1941 di Guerrina Casadei Zaffagnini (Edizioni Senza Speranza, 2005); una piccola e preziosa opera fra i tanti libri sulle lettere di Virginia Woolf e la sua vita, che aiuta a introdurre e comprendere meglio sia il percorso artistico di questa grande e complessa scrittrice, sia il suo sottile umorismo e la sua profondità umana.

Emanuela Carbonelli

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