L’isola dei tesori

L’Ogliastra è una recente provincia della Sardegna che racchiude in sé innumerevoli ricchezze di ogni tipo. Centinaia di  piccoli centri urbani che mantengono vive le loro tradizioni centenarie fanno da sfondo a una terra stupenda e incantevole divisa tra terra e mare.

Complesso nuragico

Dopo circa tre ore di auto arrivo finalmente in Ogliastra, dopo aver fatto la lunga strada che da Olbia conduce al mio paese: Arzana. Come dico sempre non c’è bisogno di arrivare per sentirsi già in vacanza: la strada che attraversa le montagne e le colline mi fa già sentire in un altro mondo, pieno di odori e rumori. Sulla statale 198 incontro il mio svincolo.
Arzana è un paese della piccola e recente provincia dell’Ogliastra, situato ai piedi del Monte Idolo, a circa seicento metri di altitudine. Secondo alcuni studiosi il nome deriverebbe dal latino “Aer Sana” (aria salubre) o da “Arthana”, ossia vento gelido. In effetti, pur essendo a soli venti chilometri dal mare, si respira un’aria diversa, molto fresca anche nelle ore più calde dei giorni d’estate.
Il paese si estende sul versante del Gennargentu rivolto verso il mare ed è situato in una posizione che molti indicano come “la migliore dell’Ogliastra”, dato che da qui si domina tutto il paesaggio e si ha una vista magnifica dalla quale si può vedere addirittura l’ultimo paese della provincia, Tertenia.

Nuraghe Scerì

Arzana sembrerebbe un comune molto piccolo, dati i suoi 2500 abitanti, ma in realtà occupa una superficie quasi simile a quella che occupa la città di Milano. Una buona parte dei suoi sedicimila ettari di territorio sono stati ereditati intorno al 1400 da un villaggio nuragico del Gennargentu, Ruinas.
In quel periodo centinaia di persone provenienti dal loro villaggio decimato dalla peste vagarono chiedendo ospitalità ai paesi vicini. Furono respinti da tutti i villaggi tranne che dagli arzanesi che concessero loro di accamparsi presso la zona “Preda Maore”.
I superstiti del villaggio Ruinas in segno di amicizia regalarono al paese tutte le loro terre, i capi di bestiame che avevano con loro e una croce astile d’ottone conservata ancora oggi nella chiesa di Arzana. La chiesa è solo una delle molte attrazioni presenti nel territorio.

Murales Spiaggia di Cea

Scendendo da Arzana attraverso Elini, il più piccolo paese della provincia ma sicuramente uno dei più belli e dove tra le altre cose passa il trenino verde, arrivo a Ilbono, un piccolo centro che custodisce il sito archeologico “Scerì”. Non è molto facile da individuare, dato che le indicazioni stradali per poterci arrivare iniziano solo nelle vicinanze del sito stesso, in prossimità della cantoniera Baunuxi. Una volta individuata l’indicazione si prosegue attraverso una lunga strada sterrata che dà l’impressione di essere finiti in un altro luogo. Tutto intorno a me è secco, arido e la strada piena di curve è delimitata da una parte da un’alta parete di terra rossa e dall’altra da un dirupo, spesso mal riparato dai guard rail.
L’auto subito si impregna dell’odore tipico della vegetazione secca e le ruote mi portano lungo questa strada che, curva dopo curva, mi propone paesaggi sempre diversi: il secco e l’arido e in lontananza le verdi colline piene di vegetazione che arrivano fino al mare.
Finalmente un’indicazione mi fa scendere attraverso una ripida strada, fino ad arrivare alla base della collina dove sorge l’insediamento.
Ci si rende subito conto del silenzio incredibile che c’è tutto intorno a noi non appena spegniamo l’auto. Gli unici rumori sono i passi della gente che visita i nuraghe, il vento che muove la vegetazione e gli insetti che ci sfrecciano intorno.

Murales Ziu Eliseu

Il complesso nuragico si sviluppa su una collina dove troviamo resti di capanne circolari e, sul punto più alto della collina, un grosso nuraghe che domina il territorio circostante.
Poter osservare e camminare in questi luoghi dove gli uomini hanno vissuto più di tremila anni fa mi dà una sensazione stranissima, elettrizzante. Ti fa capire quanto il passato, il presente e il futuro siano legati in maniera indissolubile.
Dall’alto del nuraghe si ha una vista incantevole; da questo punto infatti gli antichi abitanti avevano un colpo d’occhio che gli permetteva di tenere sotto controllo tutta la zona intorno a loro.
Il sito di Scerì non è certamente il più famoso, ma credo che la sua bellezza sia pari a tutti gli altri presenti sull’isola. La mia guida, Augusto Pistis, mi ha fatto presente che in Sardegna ci sono circa settemila nuraghe, praticamente un nuraghe ogni tre chilometri quadrati.
Lasciatomi alle spalle il complesso, torno indietro sulla strada principale per qualche chilometro e mi dirigo verso il mare, facendo una tappa a Loceri per osservare i suoi famosi murales.
Il fenomeno dei murales nacque nel 1969 a Orgosolo per manifestare contro la decisione di trasformare i terreni per il pascolo in centri di addestramento militare. Il dipinto divenne così il simbolo della loro resistenza cittadina.

Stazione di Elini

Da allora nelle strade di Orgosolo sono stati disegnati circa trecento murales che narrano vicende politiche, sociali o che semplicemente abbelliscono il paese, considerando anche la perfezione artistica di alcuni.
Questo movimento si è poi esteso ai vari paesi della zona i quali hanno fatto diventare le loro strade delle gallerie d’arte a cielo aperto. Un ottimo esempio è dato da Loceri che ne possiede alcuni di notevole fattura. Questo piccolo paese situato tra il Gennargentu e il mare, così come Arzana, ci regala dei panorami stupendi sia dalle strade interne, sia dalla provinciale che si percorre per arrivarci.
A Loceri, così come in tutti i paesi che ho potuto visitare, le persone del luogo sono molto fiere delle proprie origini sarde e non disdegnano di dare consigli su luoghi da visitare e di raccontare aneddoti sul passato e presente della loro zona. Mi hanno fatto notare come, per esempio, il murales in fondo via Roma rappresenti un’attività del paese negli anni ‘50: attraversare la lunga strada sterrata (ai tempi l’unica) per arrivare al mare, più precisamente alla spiaggia di Cea, dove si andava con i carri trainati dai buoi o dai cavalli.
Altri murales sono presenti lungo le vie come quello molto recente situato a lato del comune o quello in via Vittorio Veneto che rappresenta un uomo che saluta (Ziu Eliseo).
La Sardegna è un isola che racchiude tesori di ogni tipo, naturali, storici e sociali. Ogni piccolo centro ha una storia interessante che tutti gli abitanti hanno voglia di raccontare. Non resta solo che andare in Sardegna, qualsiasi zona sia, e scoprirla, visitarla e portarsi dentro un pezzo di mondo come, forse, ne rimangono pochi in Italia.

Francesco Longo

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