In Patagonia, di Bruce Chatwin

Nella stanza da pranzo della nonna c’era un armadietto chiuso da uno sportello a vetri, e dentro l’armadietto un pezzo di pelle. […] “Cos’è questo?” “Un pezzo di brontosauro”. […] Questo particolare brontosauro era vissuto in Patagonia.

Bruce Chatwin, In Patagonia

Nel novembre 1974, lo scrittore inglese Bruce Chatwin partì alla volta del Sudamerica per compiere un lungo viaggio in Patagonia, e nel 1977 diede alle stampe il libro che lo avrebbe celebrato come narratore di viaggio: In Patagonia.
Terra allora sconosciuta e poco esplorata, desolata e vastissima, la Patagonia era tra i desideri di Chatwin per i due motivi spiegati in apertura del libro: da un lato, c’era il ricordo di un lembo di pelle di brontosauro riportato da un suo antenato dalla Patagonia; dall’altro, il diffuso terrore che animava gli anni della Guerra Fredda, quando la Patagonia era considerata l’unico riparo sicuro dalla distruzione atomica, aveva lasciato segni indelebili nel suo universo infantile.
Così, con la descrizione di due aneddoti legati alla storia personale, ha inizio uno dei libri più rappresentativi dell’aneddoto.
Tappa dopo tappa, da Buenos Aires fino alla Terra del Fuoco, Chatwin non descrive i luoghi del suo passaggio secondo le più tradizionali norme della narrazione di viaggio, regalando descrizioni poetiche di luoghi dalle bellezze mirabili o resoconti delle emozioni provate, bensì trasformando il racconto di viaggio in una nutrita raccolta di racconti di vita in Patagonia, per la Patagonia, attraverso la Patagonia. In una narrazione frammentata, Chatwin descrive mondi ed esperienze lontanissime tra loro, cronologicamente e geograficamente, ricostruendo e restituendo lo spirito dei luoghi visitati. Sfilano, nei 97 brevi capitoli, miti e leggende, spedizioni, convinzioni e luoghi comuni, aneddoti storici sulla colonizzazione del Sudamerica a opera degli Europei a partire dal XVI secolo, storie di marinai ed esploratori, di proprietari terrieri di origine europea, di contadini e lavoratori, di indios e popolazioni autoctone sterminati, di emigrati russi all’epoca della Rivoluzione bolscevica, di banditi in fuga dagli Stati Uniti, di boeri emigrati agli inizi del XX secolo. Una o più storie per ciascuno dei luoghi visitati, riferite dagli abitanti del posto, rintracciate su enciclopedie e cronache locali o libri di storia.

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Tra i personaggi citati, in prevalenza inglesi e sconosciuti ai più, figurano anche grandi nomi, come Ernesto Guevara, Charles Darwin, Butch Cassidy, Ferdinando Magellano e Francis Drake.
La Patagonia è restituita all’immaginazione del lettore come un mosaico di esperienze, il luogo in cui migliaia di uomini manifestarono le proprie bizzarrie, diedero senso alle proprie vite, compirono imprese e avventure, lasciarono impronte nella storia e nelle civiltà locali, imprimendosi nella memoria collettiva.
La Patagonia risulta l’opera dell’irrequietezza di animi vagabondi e viaggiatori, a cui Chatwin, del resto, si sente affine. E anche il luogo in cui lo scrittore riesce a trovare quello che era venuto a cercare: un nuovo lembo di pelle di brontosauro da sostituire a quello della sua infanzia, andato perduto.

Francesca Desiderio

 

Culturedalmondo
Il blog, realizzato da Alessia Delcré e Francesca Desiderio, nasce dalla passione per la letteratura straniera inedita, le arti e le culture. Il suo fine è sottoporre agli editori reportage di viaggio, approfondimenti culturali e recensioni di libri stranieri non ancora tradotti in italiano.

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