Il viaggio raccontato attraverso l’arte
“Van Gogh e il viaggio di Gauguin” è il titolo della mostra d’arte contemporanea sulla tematica del viaggio, ospitata dal 12 novembre al 15 aprile al Palazzo Ducale di Genova, che raggruppa quadri realizzati da pittori dei due continenti, vissuti tra il XIX e il XX secolo.
Da Hopper a Rothko, da Kandinsky a Monet e a Nicolas de Staël: questi e tanti altri sono i protagonisti della mostra che racchiude ottanta capolavori della pittura europea e americana degli ultimi due secoli, che hanno come tema l’idea del viaggio. A cominciare dal celebre quadro di Paul Gauguin, Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?, opera-testamento dipinta nel 1897, quando il pittore tentò il suicidio, a seguito della morte della figlia, poco più che ventenne, avvenuta per una malattia polmonare. Quattro metri di lunghezza per uno e mezzo di altezza, arriva in Italia per la prima volta, prestito epocale del Museum of Fine Arts di Boston che l’ha concessa solo una volta in un secolo, a Parigi dieci anni fa. Marco Goldin, curatore e organizzatore dell’evento, racconta che l’idea di questa mostra, tenuta nel cassetto per oltre un decennio, nacque durante una di quelle letture “obbligate” per un ventenne. L’ispirazione a raccontare per immagini viaggi in capo al mondo o dentro l’immensità dell’anima gli è arrivata leggendo On the Road dello scrittore statunitense Jack Kerouac, padre della Beat Generation.
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A raccontare il viaggio è soprattutto Van Gogh con ben quaranta opere in mostra: trenta dipinti e dieci disegni. Il racconto del “viaggio interiore”, quello nell’anima tormentata dell’autore, è affidato ad Autoritratto al cavalletto, dipinto del 1888 e prestito del Van Gogh Museum, oltre che a Campo di grano con volo di corvi, opera realizzata ad Auvers, appena tre settimane prima della morte, che manca alla visione del pubblico da ben quarant’anni. Il racconto del viaggio secondo Van Gogh continua poi con Il Seminatore, dipinto ad Arles, simbolo di una speranza nel futuro e con le Scarpe, emblema della quotidianità del camminare. Tra le opere in mostra anche quelle di Edward Hopper che ha saputo isolare il senso del viaggio interiore in alcune celeberrime figure pensose e mute.
Il viaggio di Claude Monet si svolge, invece, nel recinto protetto del giardino di Giverny, nella fioritura delle ninfee, dentro la luce che tocca l’occhio e rivela i colori. All’interno del percorso della mostra si snodano però anche altri viaggi: quello mentale di Vasilij Kandinskij che ha a che fare con la visione che si costruisce nella forma che genera sogni e incanti, quello tragico e interiore di Mark Rothko e quello straziato di Nicolas de Staël.
Monica Dichiara
Foto: http://www.flickr.com/photos/naccarato/10375192