Diminuiscono gli incidenti: strade italiane più sicure
Rese note le statistiche sulle strade italiane nel 2010. Istat e ACI rivelano un calo sensibile nei sinistri. Un passo importante verso gli obiettivi UE, ma ancora non basta.
Cala il numero degli incidenti sulle strade italiane. Lo rivela il rapporto ACI-ISTAT sugli incidenti stradali del 2010. Rispetto all’anno precedente, infatti, risulta che il numero degli incidenti nel 2010 si sia ridotto del 1,9% e, di conseguenza, anche quello dei feriti (- 1,5%) e quello dei morti (-3,5%).
Il calo dei decessi dal 2001, anno in cui l’Unione Europea ha fissato l’obiettivo del dimezzamento entro il 2010, rientra nella media europea (- 42,8%) ed è pari al 42,4%.
Analizzando con più attenzione le statistiche, diventa difficile stupirsi dei risultati. L’indice di mortalità è pari a 0,9. Gli incidenti fatali si concentrano soprattutto nella fascia oraria che si estende dalle 20 fino alle 7 del mattino; è alle 4 di notte che si muore di più (5,7 morti ogni 100 incidenti), soprattutto la domenica.
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Insomma, un incidente automobilistico ha maggiori possibilità di essere fatale nel caso in cui si verifichi verso le 4 di una domenica mattina. Nel resoconto dell’ISTAT non si indagano le cause fisiologiche. Non si parla di alcol o droghe, né di conducenti distratti o addormentati al volante. Si parla di sabato sera, di divertimento e di festa, ma anche di prevenzione, di educazione alla strada e di responsabilità.
Nel 69,4% dei casi a morire sono i conducenti di veicoli, nel 15% i passeggeri trasportati e nel 15,6% i pedoni. Tra i conducenti deceduti nel 2010 (2.837 in totale) ci sono soprattutto giovani di età compresa tra i 20 e i 24 anni (282 morti e 25.885 feriti).
A leggerli bene, questi dati, raccontano più delle percentuali in sé e ci mostrano cosa è stato fatto di buono in 10 anni e dove ancora si può migliorare.
L’Italia è sulla buona strada, ma il cammino verso il dimezzamento degli incidenti richiesto dall’Europa è ancora lungo, fatto di leggi da scrivere e altri modi di pensare la quotidianità. La meta però non è un miraggio.
Alessio Chiadini Beuri