Il fuoco di Cracovia

“… ed il Re ordinò che chiunque avesse sconfitto il drago avrebbe avuto metà del suo regno e sua figlia in sposa. Molti coraggiosi e forti uomini si cimentarono nell’impresa fallendo miseramente, tranne uno…” (Foto: Flickr cc fearless_fred, wm_archiv, smif, connective)

La grotta del drago

Cracovia è stata la capitale della Polonia fino al XVI secolo quando quest’ultima venne spostata a Varsavia. È la seconda città polacca per popolazione, ma sono tutti concordi nel considerarla capitale culturale del paese. È stata infatti insignita nel 2000 del titolo di “Capitale europea della cultura” e il centro storico (stare miasto) con la sua immensa piazza medioevale considerata la più grande d’Europa, è stato denominato dall’UNESCO come “Patrimonio dell’umanità”.
Ci sono moltissime cose da visitare a Cracovia; poco distanti dal centro troviamo il quartiere ebraico Kazimierz e il castello di Wawel, situato sull’omonima collina: la leggenda della fondazione della città ci porta esattamente in questo punto.
Si narra che tra il 600 e l’800 d.C. un popolo slavo si stabilì presso l’attuale collina di Wawel costruendo un castello dove ai suoi piedi si edificò un grande insediamento urbano. Il regno del Re Krak (da cui il nome della città, Krakow) crebbe e prosperò fino a quando dalla grotta ai piedi della collina si svegliò un grosso drago che da quel giorno non avrebbe più lasciato in pace gli abitanti, distruggendo tutto ciò che incontrava, uccidendo persone e devastando i raccolti. La sua fame cresceva sempre di più e gli abitanti, per calmare le ire del drago, gli offrivano periodicamente delle giovani donne in sacrificio. La popolazione era nel panico e molti iniziarono a lasciare il villaggio.

Il castello di Wawel

Il Re Krak ormai troppo vecchio per combattere e, intuendo che se non avesse sconfitto il drago avrebbe dovuto abbandonare tutte le sue terre, ordinò che chiunque lo avesse sconfitto avrebbe avuto metà del suo regno e sua figlia in sposa. Molti coraggiosi e forti uomini si cimentarono nell’impresa fallendo miseramente. Quando ogni tentativo sembrava ormai vano si presentò al cospetto del Re un giovane calzolaio di nome Skuba che con l’ingegno riuscì a sconfiggere il drago offrendogli una pecora riempita di zolfo: non appena il drago l’ebbe mangiata fu colto da una sete incontrollabile per via delle fiamme che ardevano nel suo stomaco e si gettò nel fiume Vistola per dissetarsi. Dopo aver bevuto metà dell’acqua del fiume lo stomaco del drago esplose e Skuba sposò la figlia del Re ereditando le terre del regno e governandolo in maniera saggia e giusta. Ancora oggi nel dialetto di Cracovia una persona astuta e ingegnosa viene detta “Skubany”, in ricordo dell’eroe calzolaio.

Veduta di Market Square

Il simbolo della città è diventato quindi il drago Smok, il cui ricordo resta vivo esplorando le grotte il cui accesso è consentito durante la visita al castello e grazie alla grande statua d’acciaio che emette una grande fiammata ad intervalli regolari.
Accanto all’ingresso del castello di Wawel inizia l’antica Via Reale, ricca di monumenti ed edifici storici, che porta direttamente nel cuore della città vecchia: la Piazza del Mercato (Rynek Glowny).
Mi ritrovo così in una delle più antiche e grandi piazze medievali d’Europa grazie ai suoi duecento metri di lato.
Il primo edificio che colpisce la mia attenzione è il Sukiennice, il mercato dei tessuti, considerato il primo centro commerciale al mondo, dove è possibile entrare e visitare il mercatino di artigianato polacco. Visitare il suo interno equivale a rivivere per qualche minuto un’atmosfera che ci riporta indietro nel tempo grazie alle grosse cancellate in metallo, i grandi lampadari pendenti, il soffitto decorato e le luci soffuse.
Di fronte al Sukiennice troviamo la torre dell’orologio (Wieza Ratuszowa), un tempo prigione, ora aperta ai turisti.
Sul lato nord-est vi è la Kosciol Mariacki, la chiesa di Santa Maria, caratterizzata dalle sue due torri diverse per stile e per altezza.
Si racconta che fu dato l’incarico di costruirle a due fratelli architetti che nella smania di superarsi finirono in un furioso litigio a causa del quale uno dei due fratelli uccise l’altro.
In realtà la diversa altezza delle torri non è un mistero: furono costruite così perché una tenesse le campane e l’altra fungesse da torre di guardia.

La cattedrale in Market Square

Ad ogni ora dalla torre di guardia viene suonata la Hejnal, la chiamata a raccolta, suonata da un trombettiere rivolgendosi verso i quattro punti cardinali. Il trombettiere ricorda la coraggiosa sentinella che riuscì ad avvertire la popolazione dell’arrivo dei tartari, salvando la città ma morendo ucciso da una freccia: proprio per questo motivo la melodia della chiamata a raccolta si interrompe bruscamente.
La mia visita si conclude attraversando la piazza e dirigendomi verso Ulica Florianksa, una continuazione della Via Reale nella quale i regnanti di un tempo entravano in città da Wawel.

Ulica Florianksa

Oggi questa strada è colma di negozi, pub, fast food e caffè che si possono degustare a tutte le ore del giorno, e agenzie turistiche che offrono tour guidati verso destinazioni importanti e molto vicine alla città come Auschwitz o le miniere di sale di Wieliczka.
Cracovia, a differenza di altri Paesi del nord Europa, ha uno stile di vita più simile al nostro per quanto riguarda gli orari dei pasti o degli ingressi nei locali e in discoteca dato che entrambi si protraggono fino a tarda ora: è appunto per questo motivo che i polacchi sono anche chiamati i “latini del nord”.
Il fuoco del dragone che arde costantemente nelle leggende della città sembra aver dato un calore in più agli abitanti di Cracovia e, anche se vi troverete a visitare la città nei mesi più freddi dell’anno, non potrete fare a meno di non notare la calda accoglienza che la storia di Cracovia ha da offrirvi.

Francesco Longo

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