I pro e i contro al progetto di Franco Purini
Franco Purini è l’architetto che ha progettato il primo grattacielo di Roma che sorgerà nella periferia romana. La critica si divide: c’è chi sostiene un architettura verticale volta a tutelare l’energia; chi invece vede nella moderna torre uno scempio paesaggistico.
Il primo grattacielo di Roma sorgerà a Castellaccio, ai limiti dell’Eur.
Sfiorerà i 120 metri, con 28 piani residenziali e sarà ben più alto delle vicine sedi dell’Eni e dell’Alitalia, e di qualunque altro edificio romano.
A progettarlo è stato l’architetto Franco Purini, oggi docente presso la facoltà di architettura di Roma a Valle Giulia.
L’architetto, noto per i suoi progetti densi di linee, rimandi, campiture, con una carica fortemente simbolica, si è ispirato alla romanissima Torre delle Milizie. Questo testimonia la volontà di Purini nell’ideare un edificio che mantenga un legame con la memoria, ma che al tempo stesso guardi al futuro.
Il progetto si articola in due prismi verticali, realizzati in cemento armato e acciaio; con un rivestimento in granito sono collegati tra loro da due piani aerei orizzontali.
L’architettura non porta semplicemente il segno dei tempi nuovi, ma è anche un’architettura che si cura della sostenibilità. La Torre infatti si costituirà di dispositivi per il recupero dell’acqua piovana e per la produzione di acqua microfiltrata, si avvarrà di pannelli fotovoltaici sulle coperture in grado di convertire l’energia solare direttamente in energia elettrica.
Negli appartamenti vi saranno impianti di ventilazione assistita con ricambio d’aria, serre in tutti i piani, raccolta differenziata pneumatica dei rifiuti e tant’altro.
A tal proposito occorre fare un appunto.
Negli ultimi 100 anni, le trasformazioni di cui sono state vittime le grandi e piccole città, hanno portato, in termini ecologici, ad una graduale distruzione del mondo vegetale, allo sfruttamento ambientale e ad un conseguente spreco energetico.
L’obiettivo dei progettisti che concepiscono quella che viene chiamata “architettura verticale” è quello di restituire alla natura tratti di terra non occupata.
Perciò, se si considera la costruzione del grattacielo da questo punto di vista, seguendo dunque una logica costruttiva finalizzata al rispetto dell’ambiente, riusciremo più facilmente ad accogliere il progetto di Purini che inizialmente poteva sembrarci inadatto ad una città storica come Roma.
Margherita Teodori
La foto è stata tratta da: http://www.flickr.com/photos/trippi89/