Google Music vs iTunes: la sfida del clouding
Nasce Google Music, nuovo concorrente di iTunes nel mercato della musica on line. Le nuove frontiere della tecnologia cloud in fatto di acquisto, fruizione e condivisione di brani musicali.
Si allargano le frontiere del mercato della musica digitale. Il 16 novembre scorso Google ha lanciato ufficialmente Google Music, la sua sfida a iTunes di Apple, uno dei più grandi store on line di musica, video, giochi, libri ed altri contenuti editoriali. Nato oltre sette anni fa, iTunes poneva finalmente un argine al problema della pirateria informatica, intesa come violazione dei diritti d’autore, diventata un fenomeno globale grazie al sistema peer-to-peer, basato sullo scambio gratuito di contenuti digitali da un utente all’altro. Ma agli albori della pirateria digitale c’era Napster, poi costretto a chiudere i battenti per i problemi legali sollevati dalle grandi major: grazie ad un software, chiunque poteva scaricare gratuitamente le proprie canzoni preferite dalla rete.
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Ora Google Music, al momento disponibile solo negli USA, mette subito a disposizione 13 milioni di canzoni (sono stati già siglati accordi con Sony, Emi, Merlin e Universal) su Android Market, negozio on line della società di Mountain View per le applicazioni smartphone e video in ambiente operativo Android. Il servizio consentirà agli utenti non solo di scaricare musica sul proprio PC, ma di accedere al proprio archivio musicale da vari dispositivi connessi a Internet e persino di condividere le tracce audio con gli amici attraverso il social network Google Plus. Purtroppo non è ancora possibile acquistare tramite cellulare, ma Google ha assicurato che questo rappresenta il prossimo passo evolutivo. Miracoli della tecnologia cloud che permette di immagazzinare e riprodurre nella “nube” di Google Music fino a 20.000 canzoni. Non a caso Jamie Rosenberg, direttore dei contenuti digitali di Google per Android, in conferenza stampa ha sottolineato: «Google Music consente di scoprire, comprare e condividere musica in forme nuove, innovative e personalizzate». L’aspetto forse più interessante è la totale gratuità dell’iscrizione al servizio (al contrario, iTunes richiede la sottoscrizione di un abbonamento annuale di 24.99 dollari), nonché la compatibilità tanto con i prodotti Apple, che con quelli Android (iTunes è invece accessibile solo agli utenti dell’azienda di Cupertino).
Il mercato della musica on line è dunque in piena espansione. Contrariamente a quanto si crede, la distribuzione digitale di brani musicali risulta vincente non nel risparmio, che è illusorio se si pensa che, acquistando dalla rete ad 1.00 euro circa a brano, un CD costerebbe più o meno come al negozio, ma piuttosto nell’uso in mobilità, poiché consente di creare, in tempi brevi e senza fatica, una compilation personalizzata da ascoltare con un lettore portatile o in macchina. Rimane il problema del catalogo: i brani disponibili on line sono tanti, ma gli utenti e i loro gusti lo sono ancora di più. Il rischio è quello di non trovare le canzoni che interessano. La chiave di volta sarà la messa in rete dei cataloghi completi delle major, se si decideranno a perseguire con decisione e senza remore questa nuova strada, ormai solo parzialmente sotto il loro controllo.
Carmela Bafumi
Foto: http://music.google.com