Laureati: precari a tempo indeterminato?

Buoni voti, successiva specializzazione, ottima padronanza di una lingua straniera: alcuni sospesi tra stage e call center rinunciano ai propri sogni lavorativi, senza casa né futuro, altri riescono ad emergere nel mondo del lavoro. Qual è il ritratto dei giovani laureati di oggi?Estremamente diverse le testimonianze raccolte. (Foto: www.workinsapiens.com)

Sono 32mila i neolaureati che in Italia, entro i cinque anni dal conseguimento del titolo, trovano un lavoro, ma sottopagato e che non ha nulla a che fare con quanto studiato. Lauree riposte nei cassetti e call center che pullulano di laureati. Sociologi che fanno i metronotte, economisti che si improvvisano netturbini, archeologi che lavorano come custodi e dottori in Lettere e Filosofia che fanno le guardie nei musei. Mentre prima un buon percorso di studi garantiva l’accesso repentino e coerente al mondo del lavoro, oggi si registra un tasso di disoccupazione di giovani laureati molto più elevato rispetto ai coetanei senza laurea. Secondo un rapporto di Almalaurea, Consorzio degli Atenei universitari, in Italia ai laureati spetterebbe un aumento di precarietà, una diminuzione della consistenza del primo stipendio e una scarsa efficacia del titolo di studio per l’attività lavorativa. Buona parte della popolazione italiana crede che, negli ultimi dieci anni, la situazione negativa dell’università sia da addebitarsi alla mancanza di fondi e allo scarso collegamento con il mondo del lavoro. Come è vissuta questa situazione?
Diamo la parola a giovani laureati che vivono in prima persona i disagi del mondo del lavoro, la soddisfazione o la mancata gratificazione di trovare un giusto riscontro dopo anni di studio e sacrificio. Giuseppe, 35 anni, corso di laurea in Ingegneria meccanica presso l’università Federico II di Napoli, rappresenta quella piccolissima fetta di giovani laureati che, dopo anni di studi e specializzazioni, riescono a trovare un soddisfacente riscontro nel mondo del lavoro. Oggi Giuseppe ricopre la figura di Business Development Manager alla Cementir di Roma, impresa che opera nella produzione e distribuzione di cemento grigio, occupandosi della gestione degli impianti. Prima del contratto a tempo indeterminato, la sua formazione si è arricchita di esperienze lavorative all’ENEA, all’ENI, alla Agip Petroli e di uno stage alla Ferrari S.p.A. Occupando questo ruolo di prestigio ormai da due anni ci dice: «la formazione universitaria è stata per me fondamentale, ma, ugualmente importante, la mia determinazione ad arrivare a ruoli sempre più prestigiosi e la volontà di andare sempre oltre ogni nuovo obiettivo raggiunto. Oggi, tutto questo mi permette di costruire il mio futuro e di sentirmi pienamente soddisfatto». Andrea, 29 anni, giovane laureato in economia, dopo ricerche continue del lavoro sempre sognato, è ritornato nella sua terra d’origine, Palermo, dove ha trovato lavoro come operatore ecologico in una società di raccolta rifiuti. Emanuela, 30 anni, laureata in Lettere moderne presso La Sapienza di Roma, in attesa di graduatorie scolastiche, collabora con un giornale quotidiano della città di Parma e impartisce lezioni private. Queste alcune delle voci nell’immenso e frastagliato panorama dei giovani laureati d’oggi: chi insegue per anni i propri sogni che diventano chimere irraggiungibili, quando troppe porte vengono sbattute o mai aperte, chi, invece, riesce a realizzarsi professionalmente e a dare un seguito concreto al percorso di studi fatto. E così, se oggi Giuseppe si sente pienamente realizzato, Andrea si è arreso alla gravità del presente, ma con una vena di ottimismo afferma: «mi sento fortunato rispetto a tanti miei coetanei che non hanno un lavoro». Emanuela, invece, convinta della scelta fatta, per amore dello studio e non del guadagno, continua a sperare nel suo futuro, e afferma: «vista l’attuale situazione, non ho più aspettative, mi auguro solo di continuare a trovare qualcosa da fare».

Valentina Lauria

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