
Finca Bellavista, un villaggio ecologico fuori dall’ordinario
Una vera e propria “comunità arboricola sostenibile”. Così si definiscono alla Finca Bellavista. Una fattoria biologica che si espande sino a divenire un vero e proprio villaggio ecologico. Qui si può oniricamente soggiornare come ospiti di un mondo sospeso tra gli alberi di una foresta pluviale, nel Paese della Pura Vida per antonomasia: la Costa Rica. (Foto di Selene Basile)
Soggiornare in un villaggio ecologico, in una foresta pluviale del Centro-America può essere un’esperienza esaltante, ma richiede comunque un’adeguata predisposizione mentale. Un villaggio ecologico come la “Finca Bellavista”, nella Costa Rica meridionale ai confini con Panama, è sicuramente qualcosa di stra-ordinario, che in quanto tale fa però necessariamente venir meno quella routine da cui molte persone si sentono rassicurate. La Finca Bellavista è un villaggio ecologico ampiamente autosufficiente, impostato sulla condivisione di concreti valori ecologici. Tutto è improntato al minimo impatto ambientale, dalla produzione e dal consumo di energia alla coltivazione ananas, caffè, banane biologici, allo smaltimento oculato dei rifiuti.
La particolarità di questo villaggio ecologico, che si trova nel Parco nazionale di Pedras Blancas nella zona montuosa a ridosso del Gulfo Dulce, sta però nelle costruzioni che sono sparse all’interno dei suoi trecento ettari di foresta pluviale in parte “coltivata”. Si tratta, infatti, di case costruite esclusivamente in legno, tra gli alberi e sugli alberi. Sì, proprio sugli alberi. Infatti, questo singolare villaggio ecologico si definisce proprio come una comunità arboricola ecosostenibile. In realtà, in alcuni casi ci si è limitati a costruire edifici su delle specie di palafitte che s’inseriscono nella giungla, svettando tra gli alberi, in altri invece l’edificazione è avvenuta proprio inglobando degli alberi nella loro interezza.
Fa un certo effetto vedere un tronco vivente piantato nel bel mezzo di un tetto o spuntare solenne in sala da pranzo! Ovviamente, non è da tutti fare ciò senza procurare danno all’ambiente, ma alla Finca sono particolarmente attenti a come metter su le costruzioni. Queste ultime sono, infatti, costruite seguendo rigorosi criteri di minima invasività ambientale. D’altro canto, il senso dell’ecologia è insito bel DNA dei costaricani, che rispettano e proteggono la loro natura non solo a parole, ma con azioni concrete. Difficile percorrere più di cinquanta chilometri nel Paese della ottimistica e fatalista filosofia della “pura vida”, senza imbattersi in un parco nazionale o in un’area protetta, al cui interno sono “custodite” in poche decine di ettari varietà di flora e fauna che altrove richiedono la visita di un intero continente.
In realtà, i deus ex machina di questo villaggio ecologico sono una coppia di americani del Colorado, Mateo ed Erica, che hanno abbracciato in pieno lo spirito della Costa Rica. La coppia yankee ha dato qualche anno il la alla riforestazione e urbanizzazione soft di questi luoghi marginali. Per edificare all’interno dell’ecovillaggio, vanno rispettati rigorosi criteri che tengano conto dell’impatto presente e futuro sull’area circostante alla costruzione. Ci sono ben ventisei rigorosi criteri cui attenersi, laddove si acquisti un lotto di terreno e si ottenga poi l’autorizzazione a costruire. Difficile “barare”. Attualmente, le abitazioni sono una quindicina, comprese quelle in fase di ultimazione. Il villaggio ecologico della Finca Bellavista offre la possibilità di pernottamento a pagamento per due o più giorni, anche a chi non faccia parte della fattoria (tale è il significato della parola spagnola “finca”).
Quattro-cinque case arboricole sono a disposizione degli ospiti che vogliano condividere lo spirito fortemente ecologico della Finca e siano disposti a sostituire per qualche giorno l’ordinario con lo stra-ordinario. Stra-ordinario è di sicuro essere ospiti paganti di un alloggio senza corrente elettrica e senza infissi alle finestre. Stra-ordinario è avere la reception a 1 km di distanza. Stra-ordinario è farsi parecchie centinaia di metri di strada senza illuminazione (alle diciotto fa già buio) con una torcia da minatore in fronte, per sorbirsi un tè. Stra-ordinario è percorrere sotto la pioggia tropicale battente un ponticello traballante su di un minaccioso torrente, per saldare il conto dell’alloggio. Stra-ordinario è muoversi all’interno dell’ecovillaggio aggrappati a un filo d’acciaio che sorre su di una mega-carrucola (il famoso “canopy”, a disposizione di chi alla fatica preferisca il “brivido”). Stra-ordinario è svegliarsi nel cuore della notte pensando di avere dimenticato un rubinetto aperto, per poi realizzare che cinque metri sotto il proprio letto ci sono delle splendide cascate, che ovviamente non hanno il bottone “off” per le ore notturne.
Certo, chi non si è informato bene sulle caratteristiche di questo ecovillaggio corre il rischio di rimanere spiazzato. Probabile addirittura che non arrivi nemmeno a destinazione, vista la totale assenza d’indicazioni lungo la strada e l’impossibilità di arrivare fin quassù se non a piedi o a bordo di un robusto fuoristrada. Meglio così, perché la Finca Bellavista non è fatta per chi ama l’ordinario e non sia disposto lasciare la propria rassicurante “area di conforto” personale fuori all’ingresso della Finca. Quest’ultimo appare ben mimetizzato tra le foglie dei banani, a ulteriore protezione dell’accesso a questo “altro” mondo.
Sito web della struttura: www.fincabellavista.com
Raffaele Basile