Facebook, questioni di borsa
Perplessità sullo sbarco del social network in borsa. Bolla speculativa o finanza reale? Un capitale costituito da utenti e pubblicità, l’ingresso in borsa per Facebook sembra aver a che fare con una speculazione privata.
La differenza tra valore attribuito e profitto reale fa nascere seri dubbi.
La banca d’affari Goldman Sachs ha investito 450 milioni di dollari, insieme ai 50 della russa Digital Sky Technologies, su Facebook, fissando il valore dell’1% del social network a 500 milioni; un valore complessivo di 50 miliardi di dollari.
La GS spera di organizzare l’IPO (l’offerta pubblica iniziale) e guadagnare sulla vendita, scommettendo che il mercato assegni a Facebook un valore superiore ai 50 miliardi di dollari.
Quali dubbi sulla manovra?
La valutazione della società sembra esagerata in rapporto al suo fatturato.
Facebook fa girare indubbiamente enormi quantità di denaro, ma è lontana da profitti di oltre 50 miliardi di dollari.
Non vi sono dati finanziari pubblicati; fonti del Wall Street Journal parlano di un fatturato e un utile di Facebook del 2009 pari, rispettivamente, a 777 milioni e 200 milioni di dollari, e la stima per il 2010 è di 2 miliardi di dollari. I numeri del social network crescono di mese in mese, e ricordano gli anni ’90 della new economy, con la bolla speculativa di Internet.
La GS preferisce operazioni al buio, senza pubblicazione di dati, e alletta i suoi migliori clienti e azionisti esteri, sopratutto cinesi, a prenotare quote azionarie.
Molti cominciano a parlare di bolla speculativa.
Una bolla speculativa è una situazione del mercato dove i prezzi di un bene crescono a dismisura in una specie di vorticoso delirio, generalmente dovuto all’ingresso di novità tecnologiche sul mercato a rapido sviluppo. La domanda di acquisto cresce in poco tempo, facendo lievitare i prezzi. Ad un certo punto, quando l’acquisto è saturo e ci si rende conto che il valore delle azioni non corrisponde ad un reale profitto dell’azienda e le prospettive di guadagno si riducono miseramente, la bolla scoppia. Tutti iniziano a vendere per paura che i titoli perdano completamente il loro valore.
Warren Buffet, detto l’Oracolo di Ohama per le sue previsioni in materia di finanza e secondo uomo più ricco del mondo, osservando la valutazione di Facebook sul mercato, propone una semplice domanda retorica: “Se voi aveste i soldi, comprereste l’intera compagnia a quel prezzo?” Considerando che la Goldman Sachs vale 88 miliardi di dollari, potendone spendere 50, converrebbe acquistare più della metà della più prestigiosa banca del mondo o dell’intera compagnia di Zuckerberg?
SEC, la società che controlla la Borsa statunitense, invita Facebook a pubblicare i propri risultati finanziari per aprile 2012.
Mark Zuckerberg prima annuncia l’IPO per aprile poi la rimanda a settembre del 2012; l’operazione, può distogliere, in questo momento di ristrutturazione e innovazione dell’azienda, dagli obiettivi dei propri dipendenti. Restando in ambito privato, infatti, la società ha meno obblighi e può occuparsi esclusivamente dello sviluppo di nuovi prodotti. Facebook dovrà rivelare il suo bilancio entro la prossima primavera. Supponendo che non abbia ancora presentato un’offerta pubblica, sarà interessante vedere se la pubblicazione della sua condizione finanziaria cambierà la sua strategia IPO.
Piero Giordano
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