Edifici ecosostenibili: il giro del mondo in ottanta… secondi

La sfida è lanciata: effettuare il giro (virtuale) del globo alla scoperta degli edifici ecosostenibili più evoluti. Si parte da Londra dove, poco distante dal club preferito da Phileas Fog, sono iniziati i lavori per l’installazione di 4400 pannelli solari sullo storico Blackfriars Bridge.

Forse nemmeno la lucida follia di Jules Verne sarebbe riuscita ad immaginare il Blackfriars Bridge, uno dei più antichi ponti di Londra, trasformato in una gigantesca centrale elettrica. E invece, a poco più di due chilometri dal Reform Club – luogo di incontro preferito dal protagonista del romanzo “Il giro del mondo in ottanta giorni” –, sta per nascere il primo ponte ecosostenibile della City. La struttura sarà presto dotata di pannelli solari che consentiranno di soddisfare il 50% del fabbisogno energetico dell’adiacente stazione ferroviaria.
Il tempo stringe, quindi partiamo subito alla volta di Francoforte dove ci attende il meno affascinante – ma sempre sorprendente – Data Center Citi. L’edificio, destinato ad ospitare uno dei sistemi di raccolta e smistamento dati del colosso finanziario, è letteralmente immerso nel verde: persino il tetto è ricoperto per oltre il 70% da un manto erboso. Grazie ad un sistema di raffreddamento basato sul principio dell’osmosi inversa, l’impianto è capace di risparmiare circa 50 milioni di litri di acqua all’anno.

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Seconda tappa del nostro rapido viaggio è Masdar, negli Emirati Arabi, dove è l’intera città ad essere ecosostenibile. I veicoli a combustibile sono banditi, sostituiti da mezzi elettrici alimentati dall’impianto fotovoltaico più esteso della regione. Soltanto la metà dell’energia prodotta è utilizzata localmente.
Con un gran balzo saltiamo l’India – ricca di progetti pianificati ma ancora al palo – per ritrovarci direttamente a Guangzhou, Cina. Qui la Pearl River Tower, disegnata come una gigantesca ala, raccoglie il vento e lo incanala in tunnel dotati di turbine in grado di consentire l’illuminazione dell’intero edificio.
Spinti dal vento cinese, partiamo alla volta del continente americano dove ci attendono le ultime due tappe del nostro viaggio. Prima di queste è Montreal con la sua Maison du Développement Durable. Tra le tante caratteristiche eco-friendly, spicca la presenza di 32 tubi installati direttamente sotto la superficie dell’edificio, grazie ai quali la costruzione scambia costantemente calore con il suolo, riducendo drasticamente costi ed emissioni legati all’utilizzo di combustibile.
L’Hearst Tower di New York è l’ultima tappa prima del ritorno in Gran Bretagna. L’edificio è immediatamente riconoscibile per le sue vetrate romboidali, studiate per consentire una migliore penetrazione della luce naturale e ridurre la necessità di illuminazione artificiale, ed è realizzato all’80% con acciaio riciclato. Perfino le mattonelle utilizzate per il pavimento ed i soffitti sono ottenute interamente da materiali di scarto.
Vale la pena di soffermarsi a riflettere su questi edifici: essi sono la testimonianza di un nuovo modo di concepire l’uomo e l’ambiente, di un’architettura che riesce a conciliare l’atavico amore dell’uomo per la maestosità con la sostenibilità ambientale. Il tempo è agli sgoccioli, ma fortunatamente nel nostro viaggio basta un click per tornare a Londra.

Alessandro Turco

Foto: http://www.flickr.com/photos/ziopaopao/6013312952/

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