
Droghe e legalizzazione: la situazione attuale nel Belpaese e in Europa
Spunti e riflessioni dal variegato panorama europeo sulla lotta alle sostanze stupefacenti. La situazione e le idee in Italia per quanto riguarda la legalizzazione delle droghe leggere.
La chiusura dei coffee shop olandesi, procedimento che si sta svolgendo in questi anni, è solo la punta dell’iceberg della lotta a livello europeo alle droghe leggere. Il panorama continentale in materia è di difficile inquadratura: nel 2011 in Repubblica Ceca una legge ha depenalizzato il possesso di marijuana, di minime quantità di hascish e di piccole dosi di cocaina e di eroina, mentre in Germania la situazione attuale è di stallo; la sinistra ha lanciato un disegno di legge per la legalizzazione in apposite aree, mentre la maggioranza non vuole sentire ragioni in proposito. In Spagna, Portogallo ed Irlanda il possesso di stupefacenti leggeri non è punito in maniera severa se non dopo la seconda o terza volta che si viene “pizzicati” a farne uso. Come già accennato, i Paesi Bassi hanno chiuso alcuni coffee shop, vietando agli stranieri la compravendita attraverso una legge che porterà nel 2013 anche i residenti a chiudere con l’uso legale della “maria”. Curioso uno studio di un’economista francese, Pierre Kopp, che identifica in 1 miliardo di euro le entrate annue che potrebbero finire nelle casse dello stato transalpino legalizzando le droghe leggere, calcolo legato alle mancate spese di istruttoria, carcerarie ed eventuali tasse sulla compravendita. La “Global Commission on Drug Policy”, organismo internazionale leader delle politiche in materia e in cui figurano nomi del calibro di Kofi Annan, nel 2011 ha steso un rapporto in cui si chiarisce che la lotta alla droga a livello planetario ha fallito, quindi, secondo la commissione, bisognerebbe legalizzare le droghe leggere per contrastare le potenti lobby mafiose del narcotraffico. Posizione condivisa in Italia dalla sinistra estrema e da parte del PD.
Nel nostro Paese la situazione attuale è quella sancita dalla legge Fini-Giovanardi del 2006, che in estrema sintesi equiparò le droghe leggere a quelle pesanti, così come il consumatore allo spacciatore, sia sotto l’aspetto della pericolosità che di quello delle sanzioni da applicare. Nel dicembre 2011 è stata presentata al parlamento italiano una proposta di Della Seta e Ferrante (PD) da cui si evince che l’eventuale legalizzazione della cannabis in Italia porterebbe benefici al fisco quantificabili in 5,5 miliardi di euro, dati basati su uno studio del Prof. Marco Rossi dell’Università La Sapienza di Roma. Tale proposta di legge per il momento non è stata discussa, considerata l’urgenza dei decreti anti-crisi e sviluppo. Il senatore Alfonso Papa (PDL) fa leva sul sovraffollamento delle carceri per parlare del problema delle legalizzazioni, in particolare riferendosi a quello femminile di Pozzuoli, la cui pessima situazione, secondo l’onorevole, è soprattutto causa della legge Fini-Giovanardi, ribadendo l’insensatezza, a suo giudizio, della carcerazione preventiva, aggiungendo: «Chi equipara droghe pesanti e leggere, o consumatori e spacciatori, fa mostra di un elevato tasso di ideologia. Serve un approccio laico e pragmatico per segnare un cambio di rotta. Le nostre carceri sono il monito». Secondo un sondaggio del sito tesionline.it, circa il 55% della popolazione italiana pensa che la legalizzazione delle droghe leggere porterebbe dei benefici alle casse dello Stato, affidandosi a studi come quello del succitato Pierre Kopp. Al momento però non sembra che il parlamento italiano sia intenzionato a pensare alla legalizzazione delle sostanze stupefacenti “leggere”, anzi i discorsi sul tema si sono completamente esauriti nelle dichiarazioni di Della Seta/Ferrante e di Papa, non lasciando intravvedere spiragli di un dibattito per ora impegnato nel difficile compito di combattere la crisi.
Igor Bortoluzzi