Da Peterborough al Mare del Nord
Dalle fabbriche di mattoni che hanno creato le prime comunità di italiani in Inghilterra, su, fino al Mare del Nord. Una breve visita in una regione meno nota dell’Inghilterra, l’East Anglia. (Foto: © Davide Lepore)
L'ultima fabbrica di mattoni ancora attiva
Il secondo dopoguerra italiano lasciò il paese in condizioni economiche disastrose e, molto spesso, gli abitanti delle zone meno progredite, soprattutto nel Mezzogiorno, furono costretti a partire per cercare all’estero condizioni migliori. Durante gli anni ’50 l’East Anglia, la regione sud-est dell’Inghilterra, accolse moltissimi di questi immigrati italiani.
Il terreno di questa regione, ricco di argilla, rappresentava una vera miniera d’oro per le industrie produttrici di mattoni che andavano sviluppandosi in quegli anni; la manodopera a basso costo rappresentata dagli immigrati italiani fu il pezzo che completò il puzzle della nascita di una comunità italiana in questa parte del Regno Unito.
Una delle cittadine che accolse il maggior numero di questi nostri connazionali fu Peterborough.
Proprio qui si trasferirono alcuni dei miei parenti dopo la seconda guerra mondiale. Qui nacque mia madre e il legame affettivo con questa cittadina mi spinge a ripercorrere la storia della nascita di questa comunità di italiani ormai così ben integrata.
Entrando nella cittadina salta immediatamente all’occhio l’enorme quantitativo di mattoni rossi utilizzati nelle costruzioni. Essi compaiono praticamente in qualsiasi lavoro di muratura. La parte esterna della cittadina, Four Presses, prende il nome dalle prime quattro presse che lavoravano l’argilla.
Interno di una delle fornaci
Ad oggi soltanto una di quelle vecchie fabbriche è ancora in funzione e mi reco a visitarla in un giorno di chiusura.�
Le ciminiere delle fornaci svettano verso il cielo plumbeo. Mentre percorro in auto la strada di accesso torno indietro con la mente a giorni che non ho mai vissuto, quando erano i miei nonni a percorrere queste strade, ogni mattina, a piedi o in bicicletta. L’immagine di queste ciminiere che si innalzano da un paesaggio completamente piatto doveva somigliare per loro alla vista di severi supervisori lì ad attenderli.
Migliaia e migliaia di mattoni sono impilati davanti alle fornaci spente. Un penetrante odore di argilla fresca mi accoglie appena scendo dall’auto. Una polvere rossa si alza dalla strada ad ogni folata di vento. Penso agli occhi azzurri di mio nonno, arrossati da questa stessa polvere, e ai suoi abiti impregnati per trent’anni da quest’odore. L’area è deserta, non un suono, ma nella mente provo ad immaginare il frastuono di centinaia di operai che infornavano mattoni di argilla umida, al ritmo di direttive urlate in una lingua che nessuno di loro comprendeva fino in fondo.
La cattedrale di Peterborough
Mi addentro in uno dei forni spenti, una galleria buia e profonda. L’umidità è altissima e resisto pochi minuti prima di sentirmi asfissiare. Doveva essere un lavoro davvero durissimo. Resto ancora un po’, camminando tra le file di mattoni già cotti e altre di mattoni di argilla ancora fresca.
I lavori di estrazione di questo materiale provocarono col tempo la formazione di veri e propri laghi in tutta l’area della città. I pesci che vi si potevano pescare in parte arrivavano dalle uova trasportate dagli ignari uccelli che sostavano qui, in parte da introduzioni da parte dell’uomo. Qui i figli degli immigrati italiani venivano a nuotare insieme ai ragazzini inglesi, in un primo passo verso l’integrazione. Ora quei laghi sono stati quasi tutti bonificati, ma le generazioni figlie di quella prima ondata migratoria sono rimaste. Una generazione di uomini e donne fieri e tutti molto sicuri di sé; caratteristiche inevitabili per chi deve affrontare da un lato la dura prova dell’integrazione in un paese straniero, dall’altro una famiglia dai rigidi principi, un po’ per protezione e un po’ perché memore di un’Italia che progrediva a loro insaputa.
Sebbene i circa 160mila abitanti siano per lo più sparsi nella periferia, il centro della cittadina è di notevole grandezza, piuttosto movimentato, ricco di pub e locali caratteristici.
Cancelletto di legno sul sentiero
Qui si trova la stupefacente cattedrale in stile gotico, dedicata a San Pietro, San Paolo e Sant’Andrea, il cui atrio è sempre pieno di visitatori in rispettoso silenzio di fronte all’imponenza di tale monumento. Tutt’intorno ad essa sorge un agglomerato di vecchi cottage, in precedenza abitati da tutti coloro che erano coinvolti nella vita della cattedrale, ma oggi di proprietà di privati cittadini.
Oltre un piccolo ponte, ormeggiata ad una riva del Nene, il fiume che attraversando la contea del Cambridgeshire passa anche per la città di Peterborough, vi è una grossa barca nella quale è stato ricavato un pub in tipico stile inglese. Mi fermo ad assaggiare una Real Ale, la corposa birra scura che i re normanni conservavano in grosse botti di legno.
Finalmente il mare del nord
Il Mare del Nord dista da qui solo un’ora in auto, cosi mi avvio verso l’ultima tappa della mia visita in questa regione. Lungo la strada verso il nord-est del paese si incontra Oundle, un piccolo villaggio che sembra non aver subito il tocco del tempo. Solo cottage qui, nessun mattone, ma pietre e tetti di paglia, antichi quanto le più affascinanti leggende britanniche. Un vecchio muro in pietra nasconde un pascolo e un’antica fattoria. Un cancelletto di legno interrompe il muro e un sentiero si inerpica su una collinetta. Un’immagine fuoriuscita da un libro di fiabe, una strada che attraversa i sogni dell’infanzia. Percorro le ultime miglia ed alla fine eccolo: grigio, freddo; il Mare del Nord si incontra all’orizzonte con nuvole scure cariche di pioggia. Il vento soffia forte e sulla spiaggia solo qualche gabbiano in cerca della cena. Eppure la sensazione non è spiacevole. Anzi, l’atmosfera sembra sottolineare la fierezza e la profonda riservatezza di un mare tanto impenetrabile. Un ultima fermata prima del ritorno in uno dei tipici locali di fish and chips che si trovano sulla costa. Si dice che questa tipica pietanza inglese fatta di merluzzo in pastella e patatine sia preparata qui con ricette antiche di secoli. Fuori comincia a cadere una pioggia sottile e fredda. Il finale perfetto per questa breve visita inglese.
Davide Lepore