Con “l’ufficio a colori” meno assenteismo

Da uno studio di “Cromoambiente” emerge che, con luoghi di lavoro tinteggiati del colore appropriato, l’assenteismo diminuisce del 30% ed aumenta la produttività. Addio al deprimente “bianco smorto”?

Anche per quanto riguarda l’assenteismo, sembra valere il motto “prevenire è meglio che curare”. È questa la via che sembra indicare la ricerca condotta da Cromoambiente, con riferimento ad un corretto uso del colore in architettura. Lo studio, effettuato su un campione di cinquecento lavoratori per tre mesi, riguarda gli effetti dei colori su produttività e comfort psicofisico. Ai lavori faticosi giova l’arancione, l’azzurro è adatto alle sale riunioni, il rosso provoca troppa competizione, il giallo favorisce la concentrazione.
Negli uffici italiani, invece, dominano le pareti bianche. «Si è portati a pensare che un ambiente bianco sia più igienico e luminoso, ma è un errore» afferma Paolo Brescia, color design e autore della ricerca. «Sul bianco, macchie e imperfezioni risaltano di più; inoltre si produce un effetto abbagliante che stanca la vista: un ambiente di lavoro anonimo e opprimente».
Già in passato non sono mancate ricerche, sperimentazioni e “buone prassi” dirette a migliorare la qualità del lavoro e a prevenirne le patologie. Così, su “Office.com“, Katerine Nolan fa riferimento ad una ricerca analoga di qualche anno fa («…La ricerca, ad esempio, ha indotto molti datori di lavoro a utilizzare varie tonalità di colore verde nell’ambiente di lavoro perché, da quanto risulta, farebbe diminuire l’assenteismo e addirittura le assenze per malattia…»).Altro esempio, una ricerca svolta nel 1997 da Eurofound, Fondazione Europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, per l’Unione Europea, su “Cattiva salute e assenteismo: iniziative di prevenzione“.
Infine, l’esperienza tutta italiana realizzata da Adriano Olivetti tra il dopoguerra e gli anni del “boom” economico, nella quale gli operai e i dipendenti vengono messi nelle condizioni di svolgere le proprie mansioni nel migliore ambiente possibile. L’Olivetti diventa la prima impresa attenta ai valori del territorio e all’importanza di avere un luogo di lavoro sano e capace di favorire la produttività.Purtroppo, in Italia queste ricerche e sperimentazioni sono rimaste isolate “voci nel deserto”, e si è scelto di oscillare tra il “non fare” e la mera repressione.
A quest’ultima tendenza sembra ispirarsi la cosiddetta “legge Brunetta” del 2008, incappata (ironia della sorte, negli stessi giorni in cui veniva presentata la ricerca di Cromoambiente) in un’ordinanza del giudice del lavoro di Livorno, che ha sollevato questione di legittimità costituzionale, accogliendo il ricorso di cinquanta lavoratori della scuola contro la norma che prevede per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, per i primi dieci giorni di malattia, il taglio dalla busta paga del cosiddetto “salario accessorio”.

Stefano Tozzi

Foto: http://www.flickr.com/photos/sabby3000/5014349449/

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