Che rumore fa la felicità? Di sicuro, non quello dei soldi

Il Barilla Center for Food & Nutrition, basandosi sull’“indice multidimensionale” del benessere, proposto dal gruppo di ricerca dell’economista Jean–Paul Fitoussi, ha rilevato come il benessere economico non coincida con quello psico–fisico. Gli italiani sono felici, nonostante crisi economica e decadenza politica.

«Gli italiani son felici quando fanno sacrifici, gli italiani son contenti se gli tagli gli alimenti», canta il gruppo rock demenziale, gli Skiantos, dimostrando di aver capito una delle teorie al momento più in auge tra gli studiosi che si occupano di qualità della vita: il benessere economico non coincide con la felicitàProprio di recente, il Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN), un “centro di pensiero” che si interessa di temi legati ad alimentazione e nutrizione, si è occupato di benessere. Questo «dipende — afferma Guido Barilla, presidente dell’omonima società — da una pluralità di variabili, tra cui alcuni aspetti legati agli stili di vita, alle scelte alimentari, alla tutela della salute e dell’ambiente, che non sono riconducibili in forma esclusiva agli elementi economici e materiali».
Il tanto decantato PIL smette, quindi, di essere il padrone incontrastato della scena e viene affiancato da altri indici rilevanti per la qualità della vita. In particolare, il BCFN si è basato su un “indice multidimensionale” del benessere, proposto dalla commissione di studiosi presieduta dall’economista francese Jean–Paul Fitoussi e dai premi Nobel, Joseph Stiglitz e Amartya Sen. In base a questo indice sono state valutate dieci nazioni, tra cui l’Italia. Le dimensioni del benessere previste sono sette, suddivise in tre categorie: stile di vita, ricchezza e sostenibilità, ambito sociale e interpersonale.

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Il paradosso dell’Italia è la conferma dello stereotipo di un popolo che, nonostante i problemi, si consola con pizza, mandolino e “mammà”. Infatti, secondo la classifica del BCFN Index, l’Italia è al terzo posto per quanto riguarda il benessere psico–fisico. Gli italiani presentano un equilibrio mentale impeccabile, bassi livelli di suicidi, un’ottima aspettativa di vita media, contrariamente a nazioni come Danimarca e Svezia, economicamente più forti. Anche il benessere comportamentale, basato su stile di vita, tempo medio dedicato ai pasti, percentuale di fumatori e consumo di alcol, colloca l’Italia al quarto posto. Quello che, invece, spinge gli italiani al fondo di queste classifiche è l’indicatore di democrazia (ultimo posto), il tasso di disoccupazione, il rischio di povertà, il livello d’istruzione.
Eppure gli italiani, consci di tutto ciò, sono felici. È quanto dimostrato dal sondaggio “Gli italiani e la felicità”, presentato a Urbino dal presidente dell’Ipsos, Nando Pagnoncelli. La maggior parte del popolo italiano si lamenta per la crisi economica e la decadenza della politica, ma si dichiara felice perché appagato negli affetti personali e in famiglia. Sostiene Pagnoncelli che tutto questo indica una sorta di significativo “strabismo”: da un lato capacità di adattamento e positività, dall’altro allontanamento sempre maggiore del singolo dai problemi della collettività, della politica e del sociale.
C’è poco da fare, gli stereotipi, come le malelingue, hanno sempre un fondo di verità e per gli italiani l’assioma di Celentano può ribaltarsi adesso in “chi non lavora, fa l’amore”.

Silvana Calcagno

Foto: http://www.flickr.com/photos/home_of_chaos/3400880711

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