Un Presidente nella rete

Il 30 gennaio scorso Barack Obama ha risposto alle domande degli utenti di Internet in un’intervista su Youtube. Parlare alla gente senza filtri, ecco il segreto dell’uomo più potente d’America. (Foto: Flickr cc keithallison)

Saper comunicare un’idea è la prima arma a disposizione di chiunque. Figurarsi se si è il capo della nazione più influente del mondo. Il 30 gennaio scorso il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha risposto alle domande degli utenti di Youtube che sono state selezionate e sottoposte in un’intervista in live stream in cui il presidente – lontano dalla solennità del Congresso – spiega il suo piano per un’America più forte e più giusta in un clima molto più informale. “Ask the President, Chiedi al Presidente”. Sono arrivate più di 130mila domande, ed alcune persone hanno interloquito in diretta col presidente, dalle loro case ed uffici.
I social media e il Web sono gli strumenti principi per arrivare direttamente alla gente se non si vuole sottostare alla gogna dei quotidiani e delle reti televisive. Questo, Obama lo ha capito quando ancora era solo un avvocato di Chicago. La comunicazione parte dal basso, dalle persone reali, da chi sente lontani, distanti quei politici che si rivolgono a migliaia di persone dall’alto di un palco e che parlano una lingua diversa dalla loro, di problemi che non li riguardano, di interessi non ben definiti e progetti aleatori. La gente reale è quella che in strada ci scende ogni giorno e affronta la vita a muso duro, senza essere protetta dalla bambagia che tiene al caldo le grandi personalità.
Youtube, come Facebook, Twitter o Myspace, per citare i principali, sono in grado di accostare e mettere in contatto questi due mondi all’apparenza inavvicinabili.
Il Weekly Adress ne è un esempio lampante: ogni sabato sul sito della Casa Bianca appare un comunicato settimanale in cui Obama stesso illustra ciò di cui la sua amministrazione si sta occupando. Una cosa di questo genere, per la sua immediatezza e semplicità, in un Paese come il nostro ce la sogniamo. Eppure sarebbe facile, forse troppo per come siamo stati abituati.
Non si parla di popoli, si parla di cultura. Il mondo senza filtri.
Barack Obama è stato il primo leader mondiale a capirlo: ha creduto nella potenza e nell’efficacia dei modelli partecipativi e dell’economia del dono della Rete; ha saputo innescare una quantità di endorsement (la diffusione di un messaggio pubblicitario grazie all’intervento di testimonial chiamati a presentare a potenziali acquirenti il prodotto o, in questo caso, il pensiero politico) con la partecipazione spontanea e la diffusione virale di video, post sui blog, contatti su Facebook e Linkedin, newsletter, contatti diretti via email, eventi, attività di promozione auto-organizzate. Quando è stato ospite all’acclamatissimo programma di Oprah Winfrey nel 2006 – altro eccezionale catalizzatore della voce di chi non ha voce – gli è stato chiesto di candidarsi alla presidenza, segno di quanto sia importante il mezzo da cui si ascolta e con cui si parla.
Quello che segue è solo un piccolo esempio su quanto sia capillare la rete del 44°esimo presidente degli Stati Uniti D’America: http://www.barackobama.com; http://it.youtube.com/user/BarackObamadotcom; http://www.myspace.com/barackobama; http://www.facebook.com/barackobama; http://www.flickr.com/photos/barackobamadotcom.

Alessio Chiadini Beuri

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