Animali taglia xxs

Da un confronto fra le dimensioni dei fossili di organismi ancora oggi esistenti, emerge come l’aumento delle temperature e il calo delle risorse idriche, causate dal cambiamento climatico, abbiano ridotto sensibilmente le dimensioni di piante ed animali. Lo rivela uno studio pubblicato su «Nature climate change».

I cambiamenti climatici stanno provocando un progressivo “rimpicciolimento” degli organismi viventi. A lanciare l’allarme sono due biologi, David Bickford (Università di Singapore) e Jennifer Sheridan (Università dell’Alabama) con un articolo pubblicato sulla rivista «Nature climate change» che non promette nulla di buono.
A causa dell’aumento della temperatura globale terrestre, si è notata una vera e propria riduzione della dimensione di alcuni esseri viventi. I due ricercatori sono giunti a questa conclusione dopo una lunga e attenta analisi di una serie di reperti fossili, dimostrando che nel passato geologico, gli organismi marini e terrestri risultavano di dimensioni inferiori in corrispondenza di periodi caratterizzati da temperature atmosferiche elevate. Più di cinquanta milioni di anni fa, diverse specie di insetti, come coleotteri, api, ragni, formiche e molti mammiferi, come scoiattoli, topi, criceti, cervi rossi, ridussero, infatti, la loro corporatura, diminuendo di “taglia”.
Oggi, purtroppo, le cose non sono cambiate: ogni aumento della temperatura di un grado celsius, infatti, porta ad un rimpicciolimento tra il 3 e il 17 % degli animali.

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Tra le specie che hanno già iniziato a rimpicciolirsi, vi è l’esempio della pecora Soay, una razza che vive nelle Highlands scozzesi e che sembra esser diminuita di dimensioni del 5% tra il 1985 e il 2007, proprio a causa degli inverni più caldi.
Tra i dati da osservare vi sono anche quelli che riguardano il mondo marino. Gli scienziati hanno evidenziato che l’acidificazione dell’acqua (un effetto provocato dall’aumento dei livelli atmosferici di biossido di carbonio), ha portato le specie marine come coralli, capesante e ostriche alla riduzione delle proprie dimensioni. Ma l’aspetto più preoccupante per la vita marina è la riduzione dei tassi di crescita dei fitoplacton, che potrebbe influenzare negativamente la sopravvivenza della vita nel mare.
I ricercatori hanno inoltre affermato che anche le piante sono influenzate dall’aumento di temperatura.
Anche piante annuali, erbe, alberi, frutta e ortaggi stanno diminuendo quindi la loro massa. Le conseguenze di questi cambiamenti? Probabilmente un impatto negativo sull’alimentazione umana.
A rischio non sono solo i raccolti, ma anche i pesci, che oggi rappresentano la principale fonte di proteine per quasi un miliardo di persone al mondo. Bickford sottolinea: «La riduzione dei nutrienti, di disponibilità di cibo e acqua probabilmente avrà implicazioni negative e sono correlate con il cambiamento climatico e la contrazione degli organismi. Essere in grado di prevedere il cambiamento è fondamentale nella creazione di strategie che riducono gli effetti negativi». Alla luce di tutto ciò, viene spontaneo, quindi, domandarsi: dove andremo a finire di questo passo?

Sharon Evangelisti

Foto: http://www.flickr.com/photos/27844310@N02/3384741235/

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