A Cento una mostra sulla devozione popolare

La Madonna del presepe

Rimarrà aperta sino al 13 aprile 2008 la suggestiva mostra della Madonna del presepe, allestita presso la pinacoteca civica di Cento (FE). La sala della mostra, che si trova al piano terra del grande palazzo che sorge nel centro della cittadina emiliana, è di piccole dimensioni, ma sufficienti a contenere i grandi capolavori dell’arte legati all’antica devozione verso la Vergine del Presepe. Il culto nacque nel 1516, grazie alla donazione di un bassorilievo raffigurante la Madonna col Bambino, opera del Donatello e del discepolo padovano Bartolomeo Bellano, regalato alle suore agostiniane del convento di S. Caterina da una facoltosa famiglia di Cento. Nella sala sono esposti alcuni preziosi bassorilievi opera di grandi artisti del Quattrocento. La scultura principale, collocata in una teca di vetro al centro della sala, è un ottima fattura del Donatello alla quale, con ogni probabilità, vennero effettuate delle aggiunte postume.

Oltre ai bassorilievi, sono esposti al pubblico alcune opere in cartapesta, materiale povero, che, nonostante questo, insieme allo stucco e alla terracotta assicura un grande impatto visivo. Sono tutte riproduzioni dell’immagine originale della Madonna del presepe, anche se alcune differiscono in qualche particolare dall’originale: ad esempio, la rappresentazione di S. Giuseppe con le mani sovrapposte al bastone. Le cartapeste esposte sono quadrate o arcuate, quest’ultime recano in alto, sotto l’arco, la scritta di gusto barocco: “Gloria in excelsis Deo”. Molto interessanti, oltre che per il valore pittorico, anche per quello storico-devozionale, sono i disegni a penna, opera dell’artista centese Guercino, che raffigurano la Vergine del presepe. Il più antico risale al 1624 e venne realizzato in seguito alla sontuosa incoronazione della Vergine e alla diffusione delle immagini per il culto privato. Nella teca accanto sono esposti dei libretti che contengono canzoni devozionali, composte appositamente per essere cantate davanti all’altare. Gli scritti sono normalmente conservati nella Biblioteca Ariostea di Ferrara e nell’Archivio storico di Cento, e sono datate tra il 1688 e il 1735.
Nel resto del palazzo si possono ammirare numerosi dipinti e sculture di ottima fattura, opera di grandi artisti dell’Umanesimo, del Rinascimento e dell’età moderna. Tra i tanti: Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino e i Carracci.

Marco Papasidero

Marco Papasidero

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